"Il villaggio" è un disco di malinconico romanticismo folk-cantautorale con richiami scoperti alla musica di grandi artisti
A qualcuno bisogna pure ispirarsi e Stefano Artuso ha due gruppi nel cuore, la Bandabardò e i Modena City Ramblers. Il suo album è lo specchio di sentimenti in rivolta che azzannano con dolcezza il rock per renderlo folk, lasciando intatta la verve cantautorale. Con uno stile leggero che unisce tecnica e personalità, “Il villaggio” segue il ritmo di una chitarra a intarsi colorati, capaci di generare melodie suggestive. Le canzoni sono concepite in penombra, cariche di malinconico romanticismo dove affogare e risorgere sono quasi la stessa cosa. Ma l’impressione che aleggia è quella di un già ascoltato.
“Il villaggio” mette in scena un teatrino di personaggi smaniosi di vita che hanno ceduto al dolore attraversandolo e stemperandolo. “Lady A” è una ragazza senza nome alle prese con un amore difficile, “Oh Joel” viene da un passato che spreme sangue e terrore, Gabi è una donna misteriosa, affascinante ("Canzone per Gabi"). Si tratta di racconti realistici che sommergono l’ascoltatore di suoni e immagini sospese, con cellule tematiche ricorrenti: la bellezza (“Bella d’inverno”), l’amore (“Guarirai”), l’intolleranza (“Muro Mediterraneo”), il distacco (“Parole che si dicono”) e con una perla in fondo al cuore (“Trodoeo invaeà”).
L’esecuzione dei brani è appassionata, dalla teatralità decadente, con richiami scoperti alla musica di grandi artisti; un lavoro che si apre a delicati sorrisi e che illumina l’ascolto con la profondità di una voce da ricordare.
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La recensione Il Villaggio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-09-21 18:22:16
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