Un viaggio nell'America storica del country, dei racconti di frontiera, del deserto, dei racconti di amicizia, amore e morte. Un lavoro a stelle e strisce verdi bianche e rosse.
7 Years Crying è il primo lavoro discografico di Claudia Buzzetti & The Hootenanny, progetto formato da Claudia Buzzetti alla voce, Thomas Pagani alla chitarra e alla voce, Luca Ferrari alla batteria e ai synth e Valentino Novelli al basso.
Si tratta di un ep country pop, genere ampiamente sperimentato, suonato e vissuto dalla fondatrice, trasferitasi negli Stati Uniti proprio per macinare chilometri, pub, club e festival. Se la matrice del disco è, come detto country pop, il background musicale dell'artista è invece lo studio classico da una parte e dal jazz dall'altra. Questo bagaglio tornerà molto utile nello sviluppo artistico dell'artista e del suo gusto musicale.
Il sound è originale USA al 100% e la costruzione dei brani, affidata ad una batteria scarna ma super groovosa e alle tipiche chitarre clean con approccio country classico, ci aiuta a inquadrare perfettamente una voce che si è calata totalmente nello story telling cantato tipico del country e dell'americana. L'ambient totale è pienamente a fuoco e, se da una parte non concede molto allo stupore o alla sorpresa, dall'altro ci permette un ascolto sicuro e confortevole. Punto a favore della voce è la capacità di mettere da parte la tentazione di strafare per mantenersi invece funzionale e perfettamente aderente sia all'arrangiamento, sia al ruolo che la voce ha in questo genere musicale.
Piacevolissima sorpresa è l'ultima traccia New York Walk, dove le carte in tavola si mescolano e la batteria diventa funky, la voce viene filtrata con un distorsore, le chitarre suonano più serrate e la dinamica dell'ascolto subisce uno scossone positivo che ci lascia si con l'appetito addosso, ma comunque ci soddisfa e ci invoglia a rimettere l'intero ep da capo.
In conclusione 7 Years Crying è un ep country, con i temi tipici del country, come l'amicizia, l'amore, la morte, gli incontri da bar e le promesse affidate al futuro. L'ascolto risulta fluido e senza mai un intoppo, segno che la produzione è perfetta e, a monte, anche arrangiamento e missaggio. Le sonorità pulite e naturali aiutano l'orecchio ad appassionarsi ma soprattutto non affaticano l'ascolto, anzi lo coinvolgono in un ascolto più attivo in cui, come prova del nove definitiva, il piede inizia a battere il tempo. Stiamo parlando insomma di un disco in cui il più sorprendente effetto speciale è la totale assenza di effetti speciali.
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La recensione 7 Years Crying di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-08-30 19:04:30
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