Innanzitutto la voce, decisa e delicata, che si appoggia alle note come a fondersi con il suono degli strumenti: è il primo degli elementi positivi che emergono dall’ascolto di “Vernal Love” dell’artista fiorentina Sara Battaglini e della sua band.
Sette composizioni in cui a colpire è l’equilibrio tra le parti, resa tale dalla qualità degli arrangiamenti e della forza evocativa delle scelte musicali.
La libertà creativa del jazz, l’originalità delle soluzioni, l’eleganza del tratto, la profondità delle suggestioni, la precisione nell’esecuzione, la coesione di classico e moderno: “Vernal Love” è un album ricco e intrigante, che appaga l’ascoltatore affamato di stimoli trasportandolo in una dimensione asimmetrica e malinconica, che attraversa più di uno stato d’animo.
Dall’apertura luminosa di “Siren” alle altalene emotive di “Birdcage”, dalle sperimentazioni oniriche di “White” al magnetismo senza filtri di “Am I Hysterical?”, fino alla forza comunicativa di “Dialogue”, il percorso di questi 34 minuti non è mai lineare, scontato, banale, ma un contenitore di sollecitazioni emozionali e intellettuali da cui sentirsi arricchito.
Non capita così di frequente, a pensarci bene.
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