Il dolce e stralunato esordio di Kiwi666: una manciata di canzoni teneramente allucinate, da godersi al tramonto nel silenzio della propria stanza
Il titolo dell’EP d’esordio del padovano Kiwi666, Wrong Nature – “natura sbagliata” – sembra essere particolarmente adatto al disco: fin dai primi secondi di ascolto si respira, nelle atmosfere dei sette brani che lo compongono – cinque se escludiamo due frammenti musicali impiegati come intro e outro – un’incrinatura inspiegabile, un turbamento che solleva dubbi senza dare risposte; come fissare una credenza che si pensava familiare, e accorgersi d’improvviso che qualcosa, forse nella disposizione degli oggetti e dei libri su di essa, ci è sottilmente estraneo, alieno, non al suo posto, senza che tuttavia ci si manifestino chiaramente le motivazioni di questo smarrimento.
C’è tanto di questo straniamento nel folk allucinato e psichedelico di Wrong Nature: una musica da outsider, per persone che non si sono mai sentite davvero a casa da nessuna parte. Le chitarre acustiche si distorcono e dilatano fino ad inglobare quasi tutto, ma senza nessuna concessione a momenti dreamy: l’acido delle sonorità mantiene l’ascoltatore in uno stato di perenne moto, senza la concessione di un attimo di riposo, ad apprezzare melodie che non vogliono essere veramente apprezzate. Non rimane allora che assecondare il flusso dell’album: saliamo in macchina, facciamo partire Wrong Nature e perdiamoci tra i campi della provincia. Mentre inaliamo l’odore di merda del suolo appena concimato, chiediamoci: è tutta la natura che ci circonda ad essere intrinsecamente sbagliata, o piuttosto l’errore sta inamovibile dentro di noi? Non so se Kiwi666 abbia la risposta, ma sicuramente ha la colonna sonora giusta per riflettere su questo genere di domande.
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La recensione Wrong Nature di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-09-22 00:39:40
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