Paolo Fantoni
Giorno nuovo 2021 - Pop, Indie

Giorno nuovo
30/09/2021 - 01:04 Scritto da Davide Bonfanti

Un esordio maturo per un cantautore che riesce a combinare ecletticamente musica pop, atmosfere indie e assaggi di svariati altri generi musicali

È innegabile che la nuova generazione di cantautori pop italiani debba tantissimo al panorama musicale indie. Basti pensare alla celebratissima accoppiata Colapesce e Dimartino o a Fulminacci, o ancora a Bugo e alla Rappresentante di Lista, tutti comparsi sul palco dell’ultima edizione di Sanremo, emblema del sentimento nazionalpopolare italiano. Verrebbe da dire, insomma, che l’indie ha fatto anche cose buone. La differenza, in tutti questi casi, sembra averla fatta quanto e come ci si è riusciti a distinguere in quel mare magnum musicale chiamato “indie”, riuscendo a mantenere una propria rotta senza farsi trainare dalla moda del momento.

Uno che sembra avere le idee piuttosto chiare in merito è Paolo Fantoni, musicista e attore romano classe 1994, al suo esordio con l’album Giorno nuovo, prodotto da Livio Magnini, ex chitarrista dei Bluvertigo. Le sonorità del disco costituiscono una rilettura dell’indie pop dell’ultimo decennio, con influenze e contaminazioni dai generi musicali più disparati: la traccia d’apertura, Netturbino, è un classico pezzo pop dagli arrangiamenti alla Samuele Bersani; se la title track consiste in una romantica ballad al pianoforte, la successiva Resta con me vira decisamente verso atmosfere funky e hip hop. Non manca poi un’educata incursione nel panorama electropop con Gigi e il mare e Quando la ragione dorme, mentre la penultima traccia, Il tuo nome, è un’elegante e riuscita bossanova, e costituisce forse l’apice musicale del disco. A ciò si aggiunge una scrittura arguta, capace di spaziare tra diverse prospettive – tanto intime e personali quanto più strettamente narrative – senza risultare artefatta e pretestuosa.

Paolo Fantoni testimonia un modo di pensare la pop music – e anche l’indie – promettente e maturo, a dispetto del suo essere un esordiente. La speranza è che il suo talento possa completamente esprimersi nei prossimi lavori, perdendo quella patina acerba che accomuna pressoché tutti gli esordienti.

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