Una indie-band come non si sentiva da tempo: concreta nella sua poetica, con idee e concetti da mettere sul pentagramma. Musica che fa bene e regala un sorriso e sollievo.
L'alienazione dal realismo di stampo capitalista e la necessità di costruirsi una via di fuga dal presente confluiscono nella poetica creativa degli Smile, indie-band di Torino che si è presentata, agli albori della primavera, con il disco dall'eloquente titolo “The name of this band is Smile”, licenziato da Subjangle e Dotto.
Sono otto le tracce a formare la proposta d'ascolto complessiva: le sonorità orientate al jangle pop ed al post-punk contribuiscono a disegnare stanze nelle quali i testi si muovono eterei, con la lingua inglese a dare voce a quel continuo senso di inquietudine che si può percepire negli snodi della tracklist. La musica torna a interpretare quel ruolo taumaturgico, nel segno della melodia: l'impatto ai timpani è efficace, curato nelle performance in studio quanto nel lavoro di post-produzione, per un'esperienza fatta di accordi e ritmiche dove ogni riverbero è ponderato con massima cura.
Non è mai facile presentarsi all'esordio pronti, sicuri e con un lotto di canzoni che non presentano incongruenze: gli Smile ci riescono, e se magari ci concedono un sorriso ed un po' di sollievo logorìo della vita moderna ci auspichiamo che, di contraltare, possano continuare a cantare di queste tematiche. Perché funziona bene, ed a suo modo è un nostalgico ritorno a quella indie-wave di metà anni zero. Avanti così.
---
La recensione The name of this band is Smile di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-09-21 12:20:40
COMMENTI