Un disco tra il metal e l'hard rock che rispetta tutti i cliché del genere, suonato piuttosto bene
Belli sparati in faccia questi Bad Coburns, nati nel 2018 a Domodossola, amanti dell'hard rock americano e inglese che va dai Led Zeppelin ai Motley Crue con tutto quello che sta nel mezzo. La band è composta da Amedeo Taffi alla voce, Umberto Zigiotti e Adalberto Bellini alle chitarre, Matteo Minacapilli al basso e Massimo Di Rocco alla batteria. Un concept western che si arricchisce di elementi southern e stoner.
La prima traccia, The Needle, fa capire tutta la passione e la voglia di spaccare che ha questo quintetto. Niente di originalissimo, ma suonato bene, forse un po' fuori genere l'assolo di chitarra super veloce col tapping che ricorda più un metal meno viscerale. Killer in Disguise abbassa i bpm ma pesta come un'assassina ma è la terza traccia, Devil May Come, che cambia le carte in tavola con una heavy ballad che si sporca anche di grunge in stile Alice in Chains. Altra perplessità sull'assolo super tecnico di chitarra e su alcuni passaggi che potrebbero essere semplificati, poi inizia Long Time Gone, bella grinta ma un che di risentito. L'ultima traccia è un'altra hard ballad da titolo Be The One che inizia lenta per poi crescere e diventare un altro pezzo, molto tirato, che fa venir voglia di ascoltarlo dal vivo.
Una band solida che suona bene una musica precisa, rispettando tutti i cliché del caso. Forse potrebbero buttarsi sulla parte più street e lasciare meno spazio al metal più classico, ma in ogni caso ci lasciano un buon prodotto.
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La recensione Killer in Disguise di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-09-02 15:16:00
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