Rock strumentale che si apre sapientemente alle più varie influenze e contaminazioni
Ayla, secondo ep dei Bilbosa – nati dalle ceneri dei Chaos del Signor Gaza –, segna il ritorno in studio del quartetto genovese dopo l’esordio Diamond Dust. Il risultato sono queste quattro canzoni dove il rock strumentale che caratterizza la band si contamina e colora di diverse e varie influenze. Si apre con la prima versione di Neon, che vede alla voce il contributo della musicista irlandese Lori Sky: scelta non a caso come singolo, questa canzone costituisce l’apice del lato pop del quartetto, grazie alle sue atmosfere emozionali senza essere stucchevoli – come se i Coldplay abbandonassero pomposità e retorica per tornare a fare pop di qualità.
Nei successivi pezzi strumentali emerge la principale qualità dei Bilbosa: non volersi mai accontentare di una formula standardizzata e di sonorità ben delimitate; al contrario, cimentarsi costantemente con contaminazioni sempre differenti, allargando continuamente i propri territori musicali ed esplorando le possibilità contenute in essi. Da queste esplorazioni nascono le suggestioni electro-funkeggianti di Tsuru, e la seconda versione, interamente strumentale, di Neon, dove le venature post-rock rivisitano completamente il brano, mettendone in mostra il lato maggiormente introspettivo e malinconico; o ancora l’eclettica 3+4, dove i continui mutamenti di sonorità e atmosfera si susseguono con naturalezza, senza che mai traspaia alcuna forzatura compositiva.
I Bilbosa sono un gruppo del quale si può apprezzare la voglia di sperimentare e di non limitarsi alla propria comfort zone. Questo ep è perfetto per ingannare il tempo, nell’attesa di scoprire su che strade li porterà la composizione del secondo album.
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La recensione Ayla di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-11-03 22:40:42
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