Quando ambient e hard rock s'incontrano per un gioco solenne di contrasti e chitarroni
Nelle 12 tracce di In Mermoriam, Mirko Russo ci porta nel suo immaginario musicale fatto di luci ed ombre, delicatezza e metallo.
A differenza del precedente album, Stories of mirrors and broken roads, orientato più verso sonorità clean, nell'ultimo lavoro il chitarrista gioca continuamente con la dinamica dei brani. Accanto a chitarre acustiche dal suono cristallino e spazioso s'insinuano bordate di distorsione e ritmiche in trentaduesimi.
I contrasti ed i chiaro scuri vengono gestiti in modo differente all'interno del disco. In "The line", ad esempio, abbiamo un crescendo molto graduale del sound fino al terzo minuto, quando l'hard rock prende il sopravvento ed il suono della chitarra assume tinte metal. E' uno stratagemma che Mirko Russo utilizza anche in altri brani come "See into me" o "Lighter/Gravitational swing".
In "Crystal tears" abbiamo invece un movimento contrario. Il brano parte con un potente riff hard rock dietro alla linea melodica interpretata dalla lead guitar. Da una sonorità hard rock il movimento del brano porta il sound verso terreni più soft rock e ambient. Si cerca, nella produzione di Mirko Russo, di far dialogare due linguaggi musicali diversi come voler dipingere utilizzando quanti più colori possibile.
Il brano più energico e "incazzato" è senza dubbio DNA: a tutti gli effetti si tratta di un pezzo metal che quindi non può che iniziare con un riff distorto bello cicciotto. Alla parte introduttiva segue una sezione più soft ritmata da una batteria elettronica che contribuisce a raffreddare il sound. Il brano ricorda per certi versi i System of a Down e il loro modo di giustapporre atmosfere mistiche e intimiste alla batteria col doppio pedale e gli ampli sparati a palla.
Una considerazione doverosa sul sound generale del disco. Pur non uscendo da studi di produzione da milioni di euro, In memoriam mostra un'attenzione meticolosa per le scelte di sound e per il mix generale. Un aspetto da non sottovalutare se si tiene conto della complessità stilistica dell'album.
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La recensione In memoriam di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-02-21 12:59:00
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