Suggestioni e intensità, colori e passioni in un viaggio attraverso le sei corde di una chitarra
Gli amanti della chitarra acustica non potranno che apprezzare l'appassionante viaggio in quattro tracce creato da Rednaks in Luna: Inno & evocazione. L'artista cresciuto tra Italia e Tunisia continua il lavoro svolto nell'album precedente, Pangea, in cui esplorava i suoni della world music.
Atmosfere sontuose e fraseggi immersivi pervadono il nuovo disco fin dal primo brano, La strega di quel 16 dicembre. In questo primo brano Rednaks ci conduce in un percorso fatto di luci ed ombre. L'atmosfera iniziale è cupa e l'armonia crea un senso di tensione che caratterizza la prima sezione del brano, più frenetica e potente. Questa prima parte lascia il posto ad una seconda fatta da arpeggi delicati e intimisti che donano alla musica una malinconica leggerezza.
Proseguendo con l'ascolto si scopre l'intreccio musicale del nuovo lavoro di Rednaks. Le tradizioni musicali si fondono in pieno spirito world music e si muovono dalle sfumature orientaleggianti di Lunatismo Subsahariano, alla freschezza balcanica de Il waltzer della luna nuova.
L'aspetto chiave di tutto il disco è proprio la capacità di Rednaks di far dialogare culture musicali distanti attraverso uno stile chitarristico che le abbracci tutte.
Il virtuosismo chitarristico di Rednaks in Luna: Inno & evocazione è cresciuto rispetto ai lavori precedenti. L'artista fa un uso più equilibrato della tecnica senza abusarne mai. La chitarra, sapientemente arrangianta, usa i riverberi per dare all'intero disco un'atmosfera onirica e rarefatta.
Sebbene la sei corde sia la regina delle quattro tracce del disco, nelle scelte di mix si può notare come l'intenzione di "allontanare" la chitarra dal centro per trasformarla in uno strumento dal suono etereo capace di trasportare l'ascoltatore in un viaggio fatto di musica e culture diverse.
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La recensione Luna: Inno & evocazione di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-02-19 20:00:00
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