L'eterna fuga dal malessere, le mille strade per evitare vetrine e specchi, per non voler ammettere che forse ciò da cui sfuggiamo...è il nostro riflesso.
Offline è il primo ep degli Agatha Tristi (Lorenzo Pompili, Andrea Inneo, Andrea Pietrangeli, Andrea Di Antonio). Si tratta di un lavoro di crossover, che nello specifico è una commistione tra rap, pop e alternative. Per semplificare ancora di più, è un album dove l'importanza delle barre rap è al pari con la melodia in un bell'equilibrio che rende tutte e cinque le tracce complete.
Ancora non riesco è l'apertura del disco che parla da un lato del tentativo di stare bene e liberarsi del proprio male di vivere, dall'altro ne certifica la presenza ancora forte. Pianoforte e drum machine come base con aggiunta di batteria acustica e synth per dare forza alle parole. Il ritornello è "a togliere" e cioè anziché esplodere, in stile melodico italiano, si svuota per poi dare il lancio alla strofa successiva di nuovo piena.
3.14 inizia con una 808 saturata e key sintetica. La drum machine gioca con hi hat e rullante mentre il ritornello si stabilizza in un tempo classico ben piantato sul beat. Una storia d'amore, in equilibrio tra il bisogno di scappare e quello di restare e ricominciare da zero.
Essere stanchi inizia con un bel pianoforte effettato, subito rinforzato da 808 e drum machine. Il rap si fa più serrato e inquieto. Anche qui un malessere, un disagio dato dai tempi, dai luoghi, da un presente estraniante in cui il tempo sembra essere sempre troppo poco. Unica figura risolutiva, una donna che torna e mette magicamente ordine tra i pensieri distruttivi e il down generale.
WIFI si apre con pad sintetico ritmico e drum machine molto effettata. Ottima prova di velocità rap. Ritornello in bilico tra il tragico e l'ironico. Una storia che finisce tramite wi-fi e una ricerca in rete che non porta a nulla. La soluzione finale è andare offline.
KANAGAWA inizia con un pad ambient e subito drum machine e parole a profusione ispirate dalla famosa opera "La grande onda di Kanagawa" di Katsushika Hokusai. Notevole il crescendo di pathos, versi e dinamiche sul finale, a strapiombo sul silenzio finale. Suona come un coito interrotto al culmine dell'eccitazione e funziona perfettamente.
Offline è una bella prova musicale, un antipasto che apre lo stomaco preparandolo per accogliere quello che speriamo sarà un grande disco (e speriamo arrivi presto, che la fame porta con sé anche un po' di impazienza). L'onda lunga è quella di un malessere generale, un disagio esistenziale dal quale cercare una via di fuga o al limite un sollievo, che purtroppo è sempre più breve. Gli arrangiamenti ci portano verso questo imbuto emozionale dove i sentimenti si accatastano e si bloccano per il poco spazio e, come detto in apertura, l'equilibrio tra la melodia e il rap è davvero perfetta, segno che dietro a queste cinque canzoni c'è stato tanto lavoro compositivo e tanto travaglio emotivo.
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La recensione OFFLINE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-09-07 16:28:23
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