Sei brani emo-trap che scorrono scuri come l'Arno, intensi e confusi come i vent'anni
"Shama è buono, ho fatto tanti reati per dimostrare a me stesso cosa non sono, mia madre ha paura che me ne vado così giovane da non vedere il mondo e non capire che forse ne vale la pena...". L'inizio dell'EP di Shama24k è ipnotico: la ballata che dà il titolo al progetto è un manifesto ed è un fiume che scorre scuro come l'Arno, intenso e confuso come i vent'anni, sporco e arrabbiato come un rapper che canta una melodia.
Anche lo start del terzo pezzo non scherza: "Giovani reati, pianti delle nostre madri, dalla saletta del preside alle aule dei tribunali, e non siamo cattivi, siamo soltanto scappati, ci ritroviamo accusati coi nomi sopra i giornali". In generale queste sei tracce spaziano tra beat elettrici ed elettronici interessanti, con sfumature che vanno dal rock di "Problemi mentali" al testo hardcore di "Cose che non rifarò". A proposito delle parole dei brani, toccano temi come amore ("Non puoi farmi così male"), sesso, droga ("Triste"), morte e funerali.
Gabriele Romanelli in arte Shama24k, classe ‘99, infatti è un giovane rapper fiorentino che sta sperimentando una nuova via fra l'emo e la trap cantata, anche tramite dei videoclip piuttosto visionari. Nel periodo del graffio urlato di Blanco e con qualche spunto condiviso forse con l'immaginario di Massimo Pericolo, Shama non ha solo un'accentuata capacità nella scrittura ma ha anche una penna e uno stile che, piaccia oppure no, sono solo suoi.
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La recensione Shama è buono di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-11-02 23:52:30
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