Luca Oleastri torna nello spazio
Come fare per raccontarvi Russian Roulette senza suonare come qualcosa di già detto, di già esposto, di già sostenuto? Vi confesso, candidamente, che il rovello e il dubbio mi si è presentato più volte visto che, pur apprezzando, e tanto, il lavoro di Luca Oleastri, riconosco che, almeno negli ultimi anni, la sua produzione è stata perfettamente coincidente con determinati stilemi, riassumibili, alla buona, sotto alla grande macro-categoria della space-opera.
Eppure, ascoltando con attenzione un disco tecnicamente interessante, si possono ravvisare delle piccole modifiche che, francamente, ho decisamente apprezzato. Per poterlo fare, per poterle presentare anche voi in maniera digeribile e netta, mi appello a eleggere una canzone come cartina di tornasole di questo mio discorso. La canzone "eletta" è Universal Robots. Non solo perché è, di gran lunga, la mia preferita ma anche perché, proprio per la sua marzialità e i suoi suoni elettronici simil-kraut aggiunge un gradiente alla musica di DUO - Digital Unit Operated fino ad oggi poco esplorato.
Proprio questa "cattiveria" sonica, unita an tachimetro accelerato dei giri degli arrangiamenti, ha reso questo Russian Roulette un disco più affilato e diretto rispetto ai precedenti, anche se, va detto, perde un pochino dell'ariosità e della "magniloquenza" dei precedenti. Insomma: l'esplorazione spaziale di Oleastri continua e, a occhio, non si fermerà presto.
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La recensione Russian Roulette di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-09-16 08:03:09
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