Pietra preziosa allo stato grezzo, the desperate call of the sea si presenta con nove episodi lo-fi: un grido lanciato sottovoce, nel contesto dell'attitudine D.I.Y.
Fascinazoni lo-fi che arrivano da Chiavari attraverso il progetto the desperate call of the sea; in totale spirito do it yourself, si formalizza l'esordio discografico eponimo, autoprodotto con strumentazioni esigue e microfoni presi in prestito.
Sono nove le tracce che compongono la prova d'ascolto complessiva: sulle coordinate di Smashing Pumpinks, Dinosaur jr, Red House Painters e Slowdive viene edificato un progetto dove l'urgenza espressiva e l'attitudine punk si risolvono in canzoni orientate alla melodia, arredando stanze sonore di forte connotazione acustica e morbidità ai timpani. È un grido lanciato sottovoce, la dimostrazione di come si possono combattere i propri demoni incanalando le energie in forme creative originali, distanti dai crismi più consueti di ogni genere musicale.
Il percorso, tuttavia, è solo all'inizio: imboccando questa strada ben precisa e che restituisce una forte riconoscibilità quando ci si rapporta col fruitore, the desperate call of the sea si presenta come una pietra preziosa ancora allo stato grezzo. Solo il tempo, ed un numero più corposo di pubblicazioni, sarà foriero di pareri meglio definiti. Nel mentre, lasciamo crescere fiduciosi le canzoni che arriveranno.
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La recensione the desperate call of the sea di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-09-19 19:40:08
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