La musica come caleidoscopio sonoro: questa la chiave di lettura per il debutto discografico de Il Maniscalco Maldestro, l’album con il quale, suggellando una carriera quinquennale (condita da tre demo), questa band toscana fa accendere i riflettori sul suo suggestivo talento. Le dodici canzoni proposte, infatti, introducono in un laboratorio intriso di poliedrica passionalità, sulle cui pareti rimbomba un affascinante rock mirabilmente contaminato da divagazioni folcloristiche (melodie di carillon, marcette, motivi circensi).
Il tutto a comporre ¾ d’ora di splendida musica, che trasfondono atmosfere intense e suggestive scorrendo sulla scia delle splendide interpretazioni di “Tonio”: carismatico vocalist che riesce pure (e con ottimi risultati) a cimentarsi in sorprendenti gorgheggi stile John De Leo (ex frontman dei Quintorigo). Ed è proprio ai primi cimenti della vecchia band di De Leo che mi sentirei di accostare questo album dei “Maniscalchi”, e ciò non soltanto per le analogie tra i due cantanti, ma anche per un affine approccio rock. Un approccio assolutamente originale, che, laddove per i Quintorigo era originato dall’uso di strumenti assolutamente poco convenzionali per i Nostri è frutto delle sopra_citate contaminazioni sonore.
In quest’ottica emblematici sono “Carta-stagna” (con i suoi ripetuti cambi ritmici), “L’Età Del Bisturi” (scandita da splendide ingerenze di fisarmonica), “Geometria Affabile” (cadenzato tripudio di voci, tastiere, trombe, chitarre, suoni di basso e batterie) e “Distanze” (dagli umori tzigani) episodi davvero suggestivi e che si dimostrano assolutamente estranei ad ogni possibile cliché.
Non resta che fare i complimenti a questi virgulti toscani, quindi, elogiandoli per aver realizzato un album davvero interessante e che, a parte marginali cadute di tono (“8 Di Mattina” e “Silenzio” sono piuttosto noiose), è assolutamente foriero di un continuo susseguirsi di emozioni.
---
La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-03-03 00:00:00
COMMENTI