Il diario di un momento, un passaggio ad una nuova fase piena di domande, difficoltà e paranoia. Una rinascita combattuta e per questo più sentita.
Nostalgia è il primo ep di Inarte.Teo (Matteo Salvi), giovane chitarrista romano classe '99 cresciuto sulla sei corde a pane e metalcore nella capitale, prima di evolversi e mettere la sua musica al servizio di un genere, la trap/pop, più affine alla sua nuova sensibilità artistica.
Il tema predominante, quasi un fil rouge che unisce tutte e cinque le tracce dell'ep è un disagio generale, una pesantezza esistenziale tipica dell'età del suo autore, amplificato dai tempi che viviamo oggi, pieni di domande senza risposte o di risposte a domande mai fatte.
Nostalgia e Paranoia sono le prime due tracce e servono a sottolineare questo disagio continuo. Entrambe le canzoni si muovono sue due moduli, la strofa e il ritornello, che però non godono di uno sviluppo e di una crescita arrangiativa, per cui dopo la prima strofa ed il primo ritornello la struttura della canzone finisce e non offre all'orecchio una novità che possa portarlo alla fine del brano con una soglia dell'attenzione adeguata. Al netto dei testi che sono molto pieni e ritmicamente ben articolati, la canzone tecnicamente finisce a metà, dopo poco più di un minuto in entrambe le tracce.
California alleggerisce un po' il mood, ma la scelta dei suoni rimanda comunque a una leggerezza col cuore pesante, a quelle situazioni in cui sorridi pur non avendone tanta voglia, solo perché è il meno peggio da fare.
Deja vù si muove in un ambient un po' più suonato, grazie a una chitarra elettrica pulita che, campionata o meno, rimette l'orecchio in linea, tarandolo su sonorità più pop dei primi anni 2000. Anche qui i testi scorrono senza spigoli o refusi. Anche qui il solito difetto: la canzone, raggiunta la metà, non cresce più. Il finale con solo cerca di creare una differenza arrangiativa.
Il disco si chiude con un'idea acustica che offre un po' di quella freschezza all'orecchio che finora invece arrancava in mezzo all'ombra e la nebbia. Peccato relegarla a semplice outro del progetto, perché la semplicità di cui si veste è più un punto di partenza che la chiusura di un progetto.
In conclusione Nostalgia è un ep che segna l'inizio di un'esperienza e dunque non può che essere costellato di momenti in cui ci si è dovuti destreggiare in situazioni nuove, risolvendone alcuni con grande slancio e altri con fatica o con soluzioni poco ponderate. Il sound è figlio dell'attuale modo standard di comporre la musica con i mattoncini dei samples, i campioni, i loops. Qui sta il vero limite: non aver osato di più, ma essersi limitato a costruire una bella confezione sonora per un pugno di barre, senza sviluppare una ricerca sonora e armonica più personale.
Intendiamoci, per non creare fraintendimenti: il sound generale è convincente, la produzione rispetta gli standard attuali in piena loudness war che tutto pompa, tutto schiaccia e non lascia margine alla dinamica, la voce è stata trattata per risultare "in faccia" come si fa dall'alba della trap americana della fine degli anni '90 e l'ascolto risulta fluido e leggero. Insomma, se l'ep è solo un antipasto, aspettiamo con l'acquolina in bocca il primo lp di inarte.Teo per poterci saziare delle sue note.
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La recensione Nostalgia - EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-09-21 16:32:55
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