Quello che suscita stupore nell'ascolto del breve album di debutto di Hollyspleef è la dose più che massiccia di consapevolezza con cui il producer ravennate è in grado di giostrarsi dentro i generi e sotto generi musicali. Frutto probabilmente del periodo di formazione trascorso nel mondo anglosassone, fucina di suoni e idee per chi volesse avere incontri con ibridazioni stilistiche, Garden Grooves accompagna l'ascoltatore in un viaggio verde e fluido, che poggia su una base fatta di influenze riconoscibili.
Non siamo di fronte a una sconvolgente novità, a un nuovo modo di fare elettronica, sia ben chiaro. Tuttavia è quella consapevolezza di cui sopra a rendere Hollyspleef molto di più che un semplice prosecutore dell'opera di Godblesscomputers. La ricerca dell'estetica abbraccia quel minimalismo colorato che spopolava negli anni '70. Ma oggi l'illustrazione color pastello di un giardino animato non fa da copertina a un disco psichedelico, bensì a una raccolta di composizioni lo-fi, a spasso tra i sapori jazz e beat fatti di classiche drum machine, tastiere liquide e samples.
Garden Grooves, come racconta il suo titolo, è effettivamente un disco da far suonare in mezzo alle piante domestiche. Con la sua cadenza ondeggiante e quasi molleggiata si porta appresso la delicatezza adatta con cui posarsi su una foglia senza spezzarla, per poi far da clorofilla quando il ritmo sale di intensità. Con grande stile Hollyspleef è riuscito a condensare sotto una sola coperta otto brani dalla struttura eterogenea, dove le chitarre della prima parte lasciano senza problemi posto a pianoforti elettrici, e accompagnati da collaborazioni notevoli. Moodhay, con le sue barre dal sapore californiano, e poi Brine, Comakid e Nacarat, all'opera in Treat Your Right, il brano più classicamente godibile, nel suo comodo loop di oltre sei minuti. Nella conclusione, affidata a Blue Night, il ritmo inizia a sfilacciarsi, in una pasta d'ambient sporcata dallo sfarfallare improvvisato delle note di un solo incompiuto. Il modo perfetto e insolito per far finire un curioso gioiellino, che porta la firma di Hollyspleef.
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