Un'amara ironia che sfocia in disillusione per fare crollare quel castello di carte che sono le nostre convinzioni preconfezionate e farci intravedere tra le macerie la realtà.
Bastarci senza gloria, semi citazione fulminante di Tarantino è il primo ep di Lorenzo Pagni in arte Pugni, cantautore pisano classe '93. Nato dunque tra due decenni, due secoli e due millenni, elemento non secondario nella poetica e nel carattere di Pugni, che vive di dissociazione, di opposti che si combattono.
L'ep è un esempio di pop contemporaneo che non passa necessariamente ed esclusivamente dalla trap e dalle siglette da concorrenti di Amici. Un sottile filo di ironia unisce tutte le tracce, con l'eccezione dell'ultima che però serve, ad un livello più profondo, a fissare la regola oltre l'eccezione.
Troviamo uno scontro generazionale in Ci gira la testa, in cui si mettono in tavola tutte le differenze di educazione e di vita tra due momenti storici diversi che non possono essere vissuti se non in maniera diversa.
Guai guai è la mattina dopo una notte di amore in un albergo tra due persone che non hanno la minima idea di come affrontare questo stato di cose, di come aprire la porta a qualcosa di troppo grande o di sbatterla violentemente per scappare via.
In Cazzo che palle c'è il tema dell'amore finito, trattato senza il minimo velo di pateticità o teatralità e anzi con una carica di sarcasmo tagliente nei confronti di un certo modo di vivere che si ricollega alla prima traccia in un gioco di rimandi che è un surplus al semplice ascolto e serve a mantenere alta l'attenzione.
in Nessuno ti giudica si analizza la difficoltà di coltivare un amore reale e puro, che non giudica, che non diventa abitudine, che non diventa cliché…e infatti non è destinato a durare.
Ultima traccia, niente ironia eppure tanta ironia. In Voglio lei c'è la difficoltà di trovare un amore vero, che non sia soltanto bisogno di compagnia, di un amore con un solo e unico nome, che sia quello o niente. L'ironia della sorte vuole che il disco finisca così, con una canzone che in qualche modo distrugge le precedenti e ci lascia con un pugno di mosche e l'amaro in bocca, come ogni amara ironia.
Musicalmente ci si muove con grande disinvoltura tra il pop classico, con una voce molto bene a fuoco e che ricorda a tratti quella del mai abbastanza considerato Luca Dirisio, ma senza l'arroganza espressiva dell'originale e in canzoni come Guai guai ci si sposta invece in ambito new soul con incastri e derive molto alla Tiziano Ferro dei primissimi lavori. L'ascolto è vario, come il range metronomico tra le canzoni e questo rende l'ascolto frizzante, mai stagnante. Aspettiamo con curiosità il primo lavoro completo, perché questo antipasto è stato molto stuzzicante.
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La recensione bastarci senza gloria di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-09-24 17:39:00
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