Un tuffo nelle perversioni sessuali che passano tra i cavi di una realtà sempre più virtuale eppure così fortemente vissuta. Un disco pieno di idee e di spunti interessanti per un debutto col botto.
HORNYLAND 2000 è il primo lavoro di Troyamaki, giovane artista abruzzese amante della mitologia greca e del mondo giapponese.
Si tratta di un disco moderno, un lavoro che attinge a piene mani da sonorità house, elettronica e electro pop. Il tema principale è quello della perversione sessuale, affrontato in maniera contemporanea, ad esempio attraverso la tecnologia e dunque virtualmente.
L'album è formato da 15 episodi più che canzoni, in quanto la durata e la struttura non si rifanno agli standard della forma canzone, ma restano molto sotto i canonici 3 minuti e mezzo. Le voci sono sempre pesantemente effettate e rese sintetiche, compressioni violente appiattascono ogni dinamica, come succede nell'house e l'ambient è sempre assai saturo.
Strano notare come purtroppo le basse frequenze siano decisamente indietro, ma soprattutto non vengano fuori da quegli impianti di diffusione più utilizzati dall'ascoltatore moderno e cioè le piccole casse mono piuttosto che l'audio degli smartphone. Non c'è la loudness che ci si aspetterebbe da una produzione di questo tipo e dunque i pezzi non pompano e risultano inscatolati, davvero un gran peccato.
I testi sono tutti incentrati sull'argomento sessuale, declinato in tutte le salse e purtroppo la voce non è sempre intelligibile a causa dei tanti effetti applicati. il range metronomico è limitato, così ci troviamo quasi tutte canzoni veloci e più o meno alla stessa velocità. C'è una bella ricerca rumoristica, oltre che sui suoni, che di per se sono in linea con house ed electro pop.
In definitiva HORNYLAND 2000 è un disco molto ricco di spunti e di idee, con dei punti deboli oggettivi. Il sound è stato sicuramente materia di studio e ricerca, ma alla fine risulta molto confuso e, per alcune frequenze sovraccariche, ce ne sono alcune importantissime come le basse, che mancano quasi totalmente. Il risultato è confuso ed è forse la cosa che più risalta all'orecchio sia dell'amante del genere che di chi si approccia per la prima volta a questo tipo di ascolti. La difficoltà di recepire il testo e dunque il significato delle canzoni è figlio di questo stato di cose. Al livello strettamente armonico idee, progressioni ed aperture sono molto interessanti.
Risulta davvero un peccato mortale che delle drum machine e delle 808 così interessanti siano relegate così in secondo piano, con dei tagli di equalizzazione che li mutilano proprio dove invece inizierebbero a vivere e a far muovere i coni come si deve.
L'ascolto è molto fluido e questo grazie ad una bella scelta nell'ordine della tracklist. C'è un momento adrenalinico, un rallentamento e poi una stretta finale che tengono alta la soglia dell'attenzione dell'ascoltatore.
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La recensione HORNYLAND 2000 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-10-04 17:50:53
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