Paolo Alfani alias Adam Reith ci regala un disco davvero raffinato
Non so quante volte abbia ascoltato in loop Iron Feet, terza magnifica canzone di questo disco di Paolo Alfani alias Adam Reith. Dispiace solo che la qualità racchiusa in questo pezzo non sia stata mantenuta per l'interezza dell'album che, almeno a mio avviso, rimane buona ma non eccelsa ma la traccia appena citata. Già perché in Iron Feet c'è un gusto vagamente gotico e quasi da racconto dell'orrore in musica che mi ha davvero scosso nel profondo, cosa che invece le altre canzoni non hanno fatto.
E non che siano brutte o raffazzonate le altre tracce, intesi, però ad esempio Fear, seppur abbia un arrangiamento davvero elegante e ben realizzato, per me non ha la pervicacia e la forza espressiva di Iron Feet. Tuttavia, per produrre un giudizio il quanto più possibile oggettivo in merito al lavoro di Adam Reith si può dire che dal punto di vista delle orchestrazioni questo disco potrebbe essere preso ad esempio quando si parla di professionalità.
Non c'è infatti uno e un solo pezzo nel quale la parte dedicata all'arrangiamento non si segnali per una trovata innovativa, misurata e di classe. Insomma vanno tributati i giusti onori per un artista come Adam Reith e per la consapevolezza che pone in tutto quello che fa, tocca e, perché no, suona.
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La recensione Adam Reith di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-11-14 08:01:42
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