Dunque dunque, devo dire che anche questa volta i timoria mi hanno convinto, mi sembra un buon lavoro.
Il gruppo ha ormai consolidato il suo stile e quindi in questo disco, in alcune tracce, tentano nuove strade oltre al rock: dal rap al funky al jazz. Altra novità di questo disco è la presenza di brani in lingua straniera... cioè c'è una cover di un brano francese e parte di un'altra canzone è in francese. Questo disco, infatti, è stato registrato dopo una lunga turnè in Francia e verrà distribuito anche lì, quindi possiamo dire che questo è il primo lavoro europeo del gruppo, be'...speriamo che gli vada bene! ah... sul cd c'è anche l'indirizzo del fun-club francese! Vediamo qualcuna delle quattordici tracce di questo disco, partendo da quella che ha anticipato l'uscita del cd, il singolo "Bella Bambola".
Nuovo lo stile di questa traccia che pero' non convince, forse, anzi sicuramente è il testo, un po' vuoto, un po' psichedelico... non lascia molto e personalmente mi ricorda Camerini (azz! scusate questa mi sa che è pesante!) perchè in un paio di versi Omar dice "coca cola poco elettrica", "limonata un po' metallica"... non so se vi ricordate il disco "Rockmantico" di Camerini... quello con "Tanz Bambolina", "Maccheroni rock"...eh eh eh... lasciamo stare. Ecco ora che abbiamo tolto il dente malato il disco è perfetto, bellissima la canzone 7-8 (eh si sono due tracce ma è una sola canzone) il cui doppio titolo è "Sudeuropa"-"Dubeuropa". Si tratta di un brano rap impegnato sull' italia che vuole dividersi. I Timoria, con l'aiuto dei 99 Posse, ricordano che il nord-italia è anche il sud-europa... meditate gente, meditate. La 12esima traccia è la cover francese, si intitola "Zobie La Mouche" (Schiaccia La Mosca) che in francese era più tranquilla di come l'hanno fatta i Timoria, e quindi è più bella questa versione... La 11esima "Alleluja" inizia con un intro acid jazz per poi passare al rock violento cantato dalla voce heavy metal del tastierista Enrico Ghedi, e poi lasciare spazio nel ritornello alla melodia con Francesco. Conclude ritornando all jazz nell'ultima battuta. Quindi una traccia particolare, mista di generi musicali tutti in contrasto. Anche il testo è particolare: inzia con la preghiera "Padre Nostro" che poi si evolve arrivando ad invocare un angelo giustiziere (nella parte heavy metal), mentre la preghiera riprende i consueti toni ("aiutami /è ciò che vuoi?") nei ritornelli e nel finale melodico.
...a proposito di pezzi che iniziano con il "Padre Nostro" mi viene in mente la canzone "Filicudi" degli Ustmamo', lì però c'era un discorso in chiave ironica... "L'isola del tempo", la 5a traccia, è in pieno stile timoria, sia per le sonorità che per il testo. Qui si vede la vena (un'arteria!) poetica di Omar: "s'è fermato il tempo /in un mare giallo /blu elettrico /liquido", "i miei occhi mordono le nuvole"... e si potrebbe mettere tutto il testo, a me ricorda le atmosfera di "Verso Oriente" mescolate con quelle di "Sudamerica", ottima! Per finire c'è anche una ghost track, dopo "Stappo" (14esimo titolo) in cui sono recitati due versi di Ferlinghetti (poeta italiano della beat-generation) inizia una incasinata, distorta e confusa, ghost track che riprende "L'Isola Del Tempo". Complessivamente un gran bel cd, non solo per gli appasionati dei timoria, ma adatto anche a chi si vuole avvicinare a questo gruppo.
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La recensione Etabeta di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-10-11 00:00:00
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