Circa 80 minuti di musica, 44 musicisti coinvolti nella realizzazione di una raccolta in cui si incrociano più progetti legati alla figura di Claudio Milano (NichelOdeon e Sonar&Relatives), tutti impegnati ad affrontare temi spigolosi: il nuovo lavoro di Claudio Milano è un lavoro non facile da approcciare, ostico anche ad uno sguardo esterno che provi a farsi un’idea del contenuto di questo monolite. Una caratteristica che l’autore sembra abbracciare con entusiasmo e che d’altronde si intona con le coordinate musicali essenziali del lavoro. Che di essenziale hanno ben poco: l’idea di base è quella di un racconto (o più racconti) per quella che è una versione parossistica della musica da camera per fiati e violini. Parossistica perché portata all’estremo, rivoltata e contaminata, compromessa dal punto di vista musicale, lirico e concettuale. Nel complesso, allora, il magma sonoro di ‘INCIDENTI - Lo Schianto’ sembra dirigersi verso certo prog sperimentale di qualche decennio fa, dalle parti degli Amon Düül II: agli strumenti classici si alternano jazz rock, esplosioni metal e ricadute doom, scomposizioni elettroacustiche, musica medievale europea e richiami al folk mondiale. A fare da trait d’union l’interpretazione sopra le righe di Claudio Milano, dal canto lirico ad un recitato basso e ringhiante, dallo scream al falsetto, seguendo le orme di sperimentatori come Demetrio Stratos e soprattutto Peter Hammill, omaggiato in Variations on the Jargon King. Un lavoro senza dubbio interessante, ricco di riferimenti musicali, teatrali, cinematografici, alla cultura massmediatica e ad alcuni temi politici di peso, ma da approcciare con molta calma e curiosità. Soprattutto, con voglia di andare oltre il peso specifico oggettivo di alcune composizioni per assimilare il senso della ricerca, erudito e anche un po’ provocatorio, che c’è dietro il lavoro di Milano e soci.
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