Dieci brani che affondano le radici nella tradizione del cantautorato folk nazional popolare.
Il viaggio di Chinookè il titolo del nuovo lavoro discografico di Amedeo Giuliani, disco che arriva a distanza di sei anni dal concept album del 2015 intitolato Monadi.
Anche in quest'ultimo album, Giuliani si lascia ispirare dal nostro cantautorato tradizionale: le suggestioni testuali di De Andrè e De Gregori si incontrano con gli arrangiamenti folk alla Modena City Ramblers ("Gabbia di vetro") e l'immaginario di mostri sacri come Leonard Cohen e Bob Dylan. Le melodie del cantautore ricercano le atmosfere tipiche della canzone nazional-popolare, con un costante avvicinamento alla world music che non viene mai abbracciata completamente e si lascia appena afferrare. Giuliani propone una scrittura impegnata ma leggera, intrisa di temi e riferimenti chiari e conosciuti da chi mastica un po' di cantautorato italiano storico: così abbiamo le melodie delicate de "Il casellante" e d "Neve" che si incrociano con le note malinconiche e sudamericane di "Luna cubana", ma troviamo anche i ritmi più sostenuti e battaglieri di "Figlio di un'idea" che si alternano con il blues basilare di "Artista di strada". Ma è forse "Non aver paura" il brano migliore di questo lavoro, con il suo andamento alla Vecchioni e una struttura melodica che riesce ad emergere in maniera forte rispetto al resto.
Giuliani ci regala dieci brani che affondano le radici nella tradizione del cantautorato folk nazional popolare, con arrangiamenti attenti e mai troppo invadenti nei confronti di una scrittura che si lascia sì influenzare, ma resta cristallina in tutte le sue dimensioni e sfumature.
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La recensione Il viaggio di Chinook di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-11-08 08:42:51
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