Una fortissima dicotomia di qualità tra testi e arrangiamenti
Accidenti che rovello è stato questo Danza Ferma di Gianluca Sacco uno dei dischi che, vi confesso molto candidamente, ho ascoltato più a ripetizione negli ultimi tempo ma, probabilmente, per i motivi sbagliati. Già perché per approntare questa recensione ho avuto davvero genuina necessità di un approccio il più prolungato possibile con il nuovo lavoro del cantautore di Roma per due motivi fondamentali: gli arrangiamenti mi sono piaciuti tanto, i testi molto bene e come fare a tenere due apici così diversi in un'unica recensione?
Beh, ci si prova no, un po' come ci hanno insegnato i punk da quasi cinquant'anni a questa parte e allora proviamoci a spiegare Danza Ferma. E per farlo, come prima cosa, vado subito a consultare la fonte diretta, ovvero lo stesso artista che scrive: "DanzaFerma raccoglie brani dal sapore di Canzone d’Autore vestita di Rock, Blues, Punk o Reggae accanto a Sonate per Pianoforte/Voce". Ecco allora per me qui è tutto giusto e questo è il motivo per cui gli arrangiamenti di Pasto Nudo, Di Schianto o anche Aria mi sono piaciuti tanto.
Perché sono arrangiamenti vari e variegati, con tante influenze dentro sempre condotte da Sacco con rispetto, conoscenza della tradizione e voglia di metterci qualcosa del suo. Bene quindi, peccato che poi arrivino i testi e lì, almeno per me, i punti fermi vanno davvero a cadere. La parte testuale di Danza Ferma infatti, a partire proprio dalla title-track l'ho trovata non all'altezza delle orchestrazioni, con un quantitativo troppo elevato di cliché e di argomenti triti e ritriti che, come ricordato all'inizio di questa recensione, mi hanno "vacillare" più volte. Eppure, ne sono sicuro, Sacco anche per la sua esperienza è molto più quello che ha "suonato" piuttosto che quello che ha "scritto", ecco perché, al netto dei difetti, Danza Ferma è, comunque, un ottimo lavoro.
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La recensione Danza Ferma di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-11-08 08:00:24
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