Il panmusicalismo di Emilio Larocca Conte lo porta a forgiare il moniker Slow Wave Sleep, un'esperienza creativa attiva dal 2015 la cui più recente concretizzazione è il disco “Spiro nell'Egosistema”, produzione licenziata Dimora Records/AR Recordings/Nilasphere che l'ha visto coadiuvato da un nugolo di collaboratori.
Corposa prova d'ascolto, è formata da quindici tracce il cui impianto concettuale ruota attorno le vicende di Rèfles, un personaggio fittizio che in queste canzoni vive l'ottavo capitolo della sua narrazione. Quello che balza subito ai timpani, caratterizzando l'intera esperienza d'ascolto, è la capacità di Slow Wave Sleep di abbattere i confini dei generi artistici a favore di un'inclusività radicale e al tempo stesso universale: lo stesso autore la definisce musica dall'interpretazione massimalista, dove ogni elemento viene spinto all'estremo e (soprattutto) non avviene una cernita di cosa tenere e cosa scartare: tutto resta nelle canzoni, perché ha un suo posto ed una sua ragione d'essere. Se ne produce qualcosa di arduo da approcciare, che solo se metabolizzato attraverso la giusta prospettiva e con un certo background diventa apprezzabile e pienamente ragionevole nel suo essere surreale.
Quello che abbiamo fra le mani è antipop nel senso più squisito e meno divisivo del termine: semplicemente non si rispetta un canone della musica easy listening, neanche per sbaglio, neanche a farlo apposta. Ed è bello così, perchè Emilio Larocca Conte ha edificato un impianto lirico-sonoro dove c'è un personaggio che vive una storia inedita e anima delle canzoni che più originali non si può Per tali ragioni, vostro onore, questo prodotto discografico è qualcosa da preservare, valorizzare, e bisogna spingere affinché questo lascito continui ad essere alimentato.
Non c'è bisogno d'assoluzione perché non sussiste reato contro la seconda arte.
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