‘In Nomine’ è la nuova uscita dell’etichetta salernitana Stoned Saints Records che, sulla scia di esperienze virtuose oltreoceano tipo Griselda Records, sta riuscendo a mandare avanti un progetto dal respiro collettivo che punta più sulla riconoscibilità dell’impronta che sui progetti dei singoli MC, di cui pure il livello in generale è buono. Il rapper cilentano The Sniper in particolare è attivo ormai da un po’ e a questo giro ha messo su questo EP con una trama semplice ma accattivante, quattro tracce come i quattro movimenti del segno della croce per parlare di argomenti vari sotto il filtro della religione. Un tema classico ma ancora efficace per dare un po’ di profondità ai discorsi, ma con quella patina iconoclasta che non guasta mai, tra la critica alla corruzione della chiesa, metafore bibliche, cinismo e dannazione. Il filo conduttore non emerge sempre con la stessa forza, e va bene così, ma rimane costante nelle quattro tracce, emergendo in maniera particolarmente affilata in certi passaggi, tipo l’ottimo featuring di Lloyd Dopalicious su Et Spiritus. Come in altre uscite dell’etichetta, quello che risalta è un certo carattere delle produzioni, riconoscibile anche quando, come in questo caso, nel giro di quattro tracce, si alternano più mani ai controlli. Apre il disco il bellissimo beat minimale di ispirazione nu soul su Patris, l’ispirazione del beatmaker D.Ratz da cui è scoccata la scintilla per l’intero EP, mentre il resto delle tracce viaggio sulle produzioni massicce e insistenti di Novanta e Dj Rogo, batterie acustiche e campioni orchestrali passati sotto un trattamento hip hop vecchia scuola. ‘In Nomine’ è comunque un lavoro di meno di dieci minuti, che per forza di cose non va troppo oltre il tempo che occupa, ma è un buon pezzo del palmares di The Sniper e del mosaico collettivo di Stoned Saints Records.
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