Chillout e trip-hop si incontrano in un disco di vellutato elettropop; aggiungici un pizzico di Battisti, e la formula tenderà alla perfezione.
Il sodalizio di Mari Conti (al secolo, Marina Conti) con il songwriter Mozez procede prolifico sul versante artistico, e la performer italiana si appresta a celebrare i dieci anni di attività con un nuovo disco di inediti intitolato “Invisible Things” e licenziato per Numen Records su distribuzione Fuga.
Sono gli undici gli episodi a comporre una proposta d'ascolto parzialmente disvelata nei mesi precedenti: a metà fra chillout e trip-hop, il pop elettrificato di Mari Conti si rivela pregevolmente plasmato fin dalla prima nota appena si clicca il tasto play. È come trovarsi i timpani fasciati da velluto, introdotti dalla voce e dai testi in lingua inglese attraverso stanze sonore sospese fra i decenni, sempre radicate nel presente e mai appesantite da eccessi di vintage. La padronanza del registro espressivo in “Invisible Things” è granitica anche quando ci si confronta con un monumento del cantautorato nostrano “Amarsi un po'”: uno dei brani più carismatici del duo Battisti-Mogol viene restituito agli anni '20 lasciando intatta tutta la sua energia primigenia, col vallore aggiunto di vesti strumentali coerenti ma allo stesso tempo originali.
In questa prova in studio di registrazione Mari Conti conferma di saperci fare, ma questo non lo scopriamo oggi: cosa ci cattura veramente è la capacità di riuscire ad essere energetica ed elegante, su brani dalla produzione valida e in linea con gli stili musicali definiti in sede di presentazione dell'album. Benissimo così in vista di ulteriori sviluppi.
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La recensione Invisible Things di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-10-27 00:04:00
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