Si sa, Roma non gode di una grande scena musicale rock, ma ha il pregio di avere dato i natali ad una delle piu' intriganti bands che io abbia mai ascoltato. Un gruppo capace di cambiare pelle ad ogni sua nuova uscita discografica. Inizio a scrivere d' "Insisto", primo capitolo (ma c'era un altro precedente "Tyromancino" rinnegato dalla band e con formazione diversa) di questo mio viaggio nell'oceano Tiromancino. Un disco che dopo pochi ascolti mi fece invaghire, lasciando evidenti tracce. Arrangiamenti ancora scarni, ma composizione evoluta; tradizioni, melodia ed una passione per i cantautori anni'70, uniti ad un rock sbiadito, contorto, violento rendono significato e spessore ad un amalgama completamente riuscito. Bellissima "Insisto" con le chitarre furiose ed un piano storpiato metallico simile ad un carillon scordato, un nuovo modo di eseguire un rock oltranzoso e strampalato. I testi poi trattano di temi sociali attuali, "Il mio amico misterioso (Alfredo)" tratta la solitudine, figure inesistenti create solo nella mente, o il non avere identita' o piu' semplicemente una non condivisa storia omosessuale. "Meglio dormirci su" con vaghi accordi che ricordano i Jane's Afddiction, si trasforma poi in una canzone generosa, eseguita veramente con il cuore, un sonno disturbato da inquietanti tastiere oblique. "Quattro barche, grandi, nere" canzone vellutata che scivola verso il fiume e nel mezzo della corrente voci tribali e chitarre scubidu', voce splendida di Federico Zampaglione ad incantarci. "Quel che non si conosce" grande pezzo dai ritmi scoscesi, voce filtrata attraverso un megafono, e intelligente costruzione sonora servono da contrappunti ad un evolversi aggressivo e perfido. "Insisto" rimane un disco mitico, ponte che collega cocci di musica del passato valida e nuovi fermenti nati nelle cantine suburbane di Roma (ma poteva anche essere Iqaluit). Un disco che tre anni fa ha aperto la strada a tante nuove bands. Ma nessuna fra quelle nuove ha saputo dare alle stampe un pezzo pittoresco come "Voglio", basterebbe solo questo pezzo a dare un 10 all'intera opera. In un disco dei Tiromancino si sente la gioia di fare musica e la voglia di saltare fuori dal proprio mare, facendo rieccheggiare nell'aria le loro prorompenti composizioni. Teniamoci stretti i Tiromancino, abbandonarli e' come cacciarsi in un mare di guai.
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La recensione Insisto di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1998-11-21 00:00:00
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