I Babbutzi Orkestar tornano con "Pornopunk" per parlarci di diversità e sregolatezza: Punk è chi vive fuori dalle etichette
Chiassosi, schizofrenici, esaltati, sregolati. Quelli che a prima vista sembrerebbero aggettivi poco gratificanti, sono in realtà definizioni che i Babbutzi Orkestar accetterebbero ben volentieri. La band, formatasi nel 2007 a Cinisello Balsamo, si è fatta spazio nel panorama indipendente italiano grazie a un'originale formula musicale dai tratti circensi, da loro definita Balcan Sexy Music, genere che mescola il punk alla musica da banda in una dimensione teatrale ed esaltata. Come il loro nuovo album, uscito nel 2021, Pornopunk, che ci ricorda che il genere nominato nel titolo, primo amore della band, rimane la voce più sincera per ogni generazione. In realtà per il gruppo, più che un genere musicale, il punk è l'espressione della diversità, di chiunque voglia rigettare ogni tipo di etichetta. E a dispetto del nome, la loro ultima fatica non parla di eros, ma di pornoamore. La definizione coniata dalla band infatti esprime un concetto di sentimento libero, fuori dagli schemi.
Libertà, diversità, coraggio. Temi che troviamo nei testi dei brani, che tra ironia e provocazione, esprimono l'anarchica festosità della band. Sonorità russe nella traccia Peace 'N Vodka; più arabeggianti in Oriental Sex, arricchita da una citazione dei CCCP. Più pop invece Il ballo di Cha Cha, singolo che anticipa il disco, ricco di riferimenti alla cultura pop. Presenti addirittura delle influenze latineggianti in Catacumbia, che mantiene sempre il ritmo ipnotico e disordinato che accomuna le tracce.
Nessuna regola quindi per la musica dei Babbutzi Orkestar, tranne una: non perdere mai l'atteggiamento punk, che mai come nei momenti di crisi come quello che stiamo passando, riesce a mantenere viva la nostra voglia di reagire, il nostro diritto a fare rumore.
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La recensione PORNOPUNK di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-11-02 22:25:00
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