Gli Heat Fandango sono un terzetto di veterani della scena rock marchigiana che con questo ‘Reboot System’, registrato a distanza nel periodo pandemico, ripartono da un nuovo progetto e da una formula collaudata. L’impianto di base è un indie rock anglosassone anni ‘90/00, che di quell’epoca e quel mood recupera il tiro, il tono, ma anche il legame intimo con il passato: una spruzzata di garage punk, toni di blues acido che guardano dritto agli anni ‘60. Nelle 9 tracce del ‘riavvio di sistema’ questa influenza permea chitarre, linee vocali, percussioni, ma ha una particolare incarnazione precisa, il soffio distorto e un po’ gracchiante di un vecchio organo Farfisa recuperato in un mercatino delle pulci che è la vera chicca del lavoro. Un protagonista discreto utilizzato non come trovata vintage, ma organicamente (pun unintented), alla maniera dei classici garage e psych (Guilty), con un piglio moderno che ricama addosso alle ritmiche essenziali del terzetto una patina acida e psichedelica (Feelings). ‘Reboot System’ nel suo complesso è un lavoro sicuramente non troppo originale né particolarmente vario ma che ha la spinta, il carattere e il piglio melodico giusto per farsi ascoltare senza sforzo fino al fondo dei suoi trenta minuti e rotti.
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