Dieci brani e 25 minuti di pianoforte per riempire questo autunno freddo e grigio
Quando fuori fa buio presto, riempire il silenzio, il freddo e il vuoto con qualche nota di pianoforte è tra i gesti migliori che si possano fare. Sedersi comodi e senza variazioni di luce, ad occhi chiusi, con un po' di stanchezza nella testa può essere un modo per ritrovare la voce interiore, come se provenisse da un gruppo di archi suonati tra l'ingresso e il corridoio, all'imbocco di tutte le stanze di casa.
La mente vaga sospesa all'ombra dell'aria, mentre sembra di avvertire anche i piccoli cigolii di una seggiola o il respiro del naso del vento fra le trame di una musica strumentale. Dietro le finestre di un autunno grigio puoi comunque provare a immaginare un'aurora, scivolando piano in un luogo in cui liberare domande di fantasia: come si dirà grazie in finlandese? Amiamo i fiori e le foglie solo in questa stagione dai colori incredibili o sappiamo apprezzarli tutto l'anno? Perché si parla spesso dell'unicorno e mai del monocero? Sai che l'albero più solo al mondo è l'abete Sitka e vive in Alaska?
Sono infreddolito in Lombardia e ho mal di gola, eppure oltre il davanzale si staglia l'incanto del mare e lascia una goccia salata sul vetro.
"And In Silence I Found My Voice" è l'album di debutto di Davide Sammarchi, pianista e compositore toscano che crea la sua musica classica contemporanea con il piano, i synth e gli archi. I suoi dieci brani disegnano una bell'atmosfera e riflettono un interessante immaginario sonoro: l'autore potrebbe pensare in futuro di applicare la sua scrittura all'accompagnamento di immagini, realizzando suggestive colonne sonore e tracce per film.
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La recensione And In Silence I Found My Voice di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-11-08 18:49:03
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