Quattro accordi e via, come dopo una cena.
C'è qualcosa di ipnotico in questo EP: saranno le acustiche semplici o il cantato "buttato lì", impreciso, che non si impegna per essere perfettino, come se Marco Scaramuzza ci stesse facendo ascoltare i pezzi a tavola dopo una cena, per "vedere come vengono", e 'fa niente se a volte i testi sono così semplici da essere disarmanti, le canzoni reggono.
Certo, qualche punto vocale è veramente molto impreciso, ma l'aria che si respira è di "cantare alle cinque di mattina, e bestemmiando, la vicina alla porta busserà", libertà totale ed espressione sincera, quattro accordi e via, al punto da ricordare a volte The Andre – sarà qualche giro armonico che ricorda T'Appartengo.
Non viene neanche da pensare se i brani de Gli Invisibili necessitassero di una produzione più incisiva, qualche strumento in più, perchè questa forma incompiuta sembra comunque rendere giustizia ai quattro brani, se è lampante che non vogliano, per dire, passare in radio, ma soltanto raccontare quelle quattro storie a chi sta ascoltando, seduto a quel tavolo.
Eppure, quando sul finale i piccoli innesti di synth si fanno più presenti preannunciano che in un futuro c'è possibilità per il songwriting di Scaramuzza di crescere: non più canzoni strimpellate, ma composizioni concrete, spostandoci dal tavolo dopo una cena a un palco vero.
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La recensione Gli Invisibili di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-10-28 00:04:36
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