Il Salmo più completo della sua discografia assume i panni di un Lucifero carico d'odio, ma capace anche di dare spazio alle sue fragilità. E, soprattutto, di mostrare come un angelo caduto torna a volare
Il ritorno di Salmo con Flop, 3 anni dopo il suo ultimo Playlist, parte da un'immagine precisa: L'angelo caduto di Alexander Cabanel, che il rapper replica nella copertina del disco. Un Lucifero che nel suo sguardo rancoroso mostra già lo spirito aggressivo con cui Salmo si presenta fin dalle prime note di Antipatico, primo brano della tracklist e caratterizzato da interferenze techno e archi improvvisi, e che fa vibrare tutto l'album di una nevrotica energia che finisce con lo stordirci del tutto. Sì, Salmo è davvero tornato.
È nelle tracce più cattive e livorose, tra hardcore, boom bap e rock furibondo, che splende il sadico sguardo di Salmo, pronto ad assalire la strumentale con tutte le armi a sua disposizione. Una rabbia che si traduce in barre sguaiate, violentissime, che a tratti sfociano nella blasfemia e che mostrano quanto davvero il titolo Flop sia destinato a essere ribaltato, tanto è variegato e denso il disco. Un esempio è Criminale affronta il tema dello stato dei live post covid, totalmente dimenticato dai piani alti nella gestione della pandemia, e sembra voler essere un ulteriore modo con cui Salmo rivendica il suo concerto della discordia. Il criminale non è lui, per quanto inviti in maniera manco troppo velata a spararsi in bocca il suo interlocutore, ma chi è rimasto anestetizzato rispetto al dramma che la musica sta vivendo. Un'auto-assoluzione che traballa nel messaggio, ma che convince in pieno per attitudine, flow, grinta, crudeltà.
In questa ira incontrollata è la lama di Ghigliottina a brillare, grazie anche all'intervento di uno spietatissimo (di meglio non potevamo chiedere) Noyz Narcos. E vista la tematica religiosa che permea il disco, non sembra un caso che gli unici altri due rapper che compaiono come feat. siano Marracash in La chiave e Guè Pequeno in YHWH: è come se Salmo, da angelo caduto, si rivolgesse a una sacra trinità del rap. Marra, Guè e Noyz, il meglio che la scena ha da offrire, per dimostrare quanto il fallimento che tanto gli è stato tirato addosso non l'abbia minimamente sfiorato.
Ma in quello sguardo così carico di odio c'è anche una lacrima cristallizzata. Una lacrima che si snoda nelle tracce più romantiche, come Kumite, Marla e soprattutto L'angelo caduto, affidato alla voce della giovanissima Shari Noioso, in cui Salmo trova il modo di fermare momentaneamente le sue scariche di veleno per mostrare un lato più fragile. Un angelo caduto per davvero, che combatte tra i demoni interiori che lo divorano e una sofferenza che non riesce a richiudere del tutto dentro di sé.
Con la title-track viene fuori il vero senso di Flop: "Siete il vento, io la bandiera", dice Salmo, con la certezza di chi si può permettere davvero di affermare che sì, è ancora in vetta. Perché Flop è tale solo per chi vuole che sia così, quando fin dal primo ascolto è evidente che si tratta invece di un altro, grande disco, il più completo della carriera del rapper sardo. Come a dire: "Sì sì, prendetevelo sto flop, pure con questo continuo a mangiarvi in testa". E tocca dargli ragione.
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La recensione FLOP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-10-01 09:00:00
COMMENTI (1)
salmo è il numero uno, bella recensione, bravissimi