Nicolò PiccinniAUTREMENT2021 - Cantautoriale, Rock, Indie

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Un disco breve. Per Emilio Locurcio e Luigina Dagostino.

Per Emilio Locurcio e Luigina Dagostino. Due attori con il teatro nel sangue, sconfitti dal Covid lo scorso aprile. Nicolò Piccinni era stato loro allievo alla scuola di recitazione Maigret & Magritte di Torino: una dedica come atto d’amore, la conferma di un legame che rimarrà indissolubile. Emilio Locurcio non è stato solo un attore: incise un disco per la RCA nel 1978, L’Eliogabalo, uno dei tesori meglio nascosti della musica tricolore, un album di una bellezza inaudita. Non ci è dato sapere se Piccinni abbia mai chiesto al suo maestro di teatro qualche consiglio da spendere sul versante della sette note. Forse sì, è quantomeno verosimile. Anche se Autrement ha poco a che vedere con L’Eliogabalo. Se non per una certa propensione a una teatralità poetica tesa, quasi come d’istinto, alla critica sociale.

Piccinni parte da una consapevolezza: l’incedere liturgico del tempo è la chiave per capire se stessi, per scardinare il proprio io, per osservare il mondo con altri occhi. Che poi, a ben vedere, è il significato del termine francese autrement. I ricordi, l’orgoglio di vivere la propria sessualità senza tabù, il disinteresse per il prossimo, la tossicodipendenza, l’ambiente da preservare, la violenza domestica, la solitudine: Piccinni canta con disincanto una società malata ma non del tutto persa. La vita è una bella barca: più naviga, più imbarca acqua, recita il testo della conclusiva Briciole. Ma dal naufragio alla rinascita può passare un attimo o poco più. Basta limitare i danni. Riemergere.

Il musicista torinese, nel suo lavoro di esordio, si fa accompagnare dagli Internauti, la band che ha contribuito a fornire ad Autrement un suono che deve parecchio al cantautorato classico. Al netto di tanti sconfinamenti e viaggi verso altre direzioni. Il synth, il basso granitico, quasi ipnotico, di La traccia di un cerchio, il Sudamerica evocato in L’autocarro, il rock’n’roll scuola sixties di Ultima notte al Valentino si alternano a ballate acustiche, a delicati arpeggi di chitarra, a richiami fossatiani, se non a omaggi ai vari Lucio Dalla e Francesco De Gregori.

Il tutto in equilibrio più o meno perfetto, in un disco breve, che non arriva alla mezz’ora di durata. Anche questo, forse, è un modo differente di guardare il mondo.

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La recensione AUTREMENT di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-10-29 19:00:00

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