I disagi del nuovo millennio messi in musica con un registro espressivo originale e trasversale ai confini di genere. P∆US∆ dimostra di avere quel piglio autoriale che può regalare importanti sviluppi.
Dalla Sicilia al Veneto, il viaggio personale di P∆US∆ coincide con i chilometri percorsi (sia figurativamente che in concreto) per il versante artistico. Oggi arriva un traguardo importante che segna la chiusura di un cerchio, con la pubblicazione del disco “Pausa” su distribuzione Tunecore.
Otto tracce con le basi curate da Mofw che toccano argomenti trasversali alla storia dell'umanità, comunque ben radicati nel presente: tra filosofia, esoterismo, cultura greca, e letteratura si innestano le riflessioni sull'uomo moderno e sui malesseri che questa società sta coltivando, senza riuscire a scrollarseli di dosso. In tali stanze concettuali, i suoni scelti da P∆US∆ e Mofw non temono gli imbarazzi innescati dalle pressioni esterne per rispettare i protocolli stilistici ma si rivelano anarchici in modo sano, capaci di spaziare dall'urban al lo-fi con una performance vocale fatta di scream, rap e cantato in clean. Sono tutte le sfaccettature dei disagi, che vengono sbattute in faccia all'ascoltatore senza edulcorazione alcuna: l'impegno sociale dell'artista veneto è importante, sfociato nella collaborazione con Hikikomori Italia; lecito quindi ritrovarsi una rappresentazione molto accorata e coinvolta di determinate tematiche.
Il tutto confeziona un'opera che ha bisogno di conoscenze e sensibilità per essere pienamente apprezzata, ma che non delude per niente: P∆US∆ è uomo di questo millennio e come pochi altri riesce a parlare a determinate fasce d'età con sincera empatia e con la voglia di scalciare via le cose che non quadrano. In fondo, c'è un piglio autoriale di un certo livello, che ci aspettiamo di apprezzare anche nelle prossime uscite.
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La recensione PAUSA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-10-29 00:00:00
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