Con il loro slow core i Red Parsec ci portano in un viaggio ben organizzato ma non del tutto entusiasmante
L'idea del viaggio, abbastanza inflazionata nel mondo del racconto musicale fatto per suggestioni, può venire spesso in aiuto per condensare in un concept semplice e accattivante un disco che non fa affidamento sulla parola come principale veicolo narrativo. I romani Red Parsec per il loro Opacity si sono appunto affidati alla novella del vagabondaggio per portare a un'intelleggibilità di tipo logico le sei tracce che compongono il disco.
Il viaggio viene declinato in un senso abbastanza particolare in questo rock che non è mai abbastanza radicale per poter essere definito "post", ma che tocca echi del jazz e dello slow core. Sembra volersi dispiegare davanti a noi l'idea dell'irripetibilità della visione, un concetto a cui forse non si dà forte peso quando siamo seduti in treno, o in macchina. La luce, le condizioni meteo, il deformarsi delle figure dovuto alla velocità del mezzo di trasporto, sono tutte variabili che fanno sì che la fotografia che si impressiona sulla nostra retina sia sempre nuova, diversa.
I Red Parsec provano a portare l'ascoltatore in questa direzione, richiedendo fiducia cieca, ma finendo quasi sempre col rassicurare, con soluzioni stilistiche che non arrivano mai a sconvolgere. Non manca una certa abilità nell'esecuzione, questo è da riconoscere, ma difficilmente si oltrepassa la dimensione dell'esercizio, piacevole di sicuro per gli amanti del genere. Opacity sembra essere carente di quella responsabilità che una band ha bisogno di sobbarcarsi nel momento in cui ha bisogno di veicolare il proprio mondo espressivo. Perché sebbene il paesaggio sia in continuo scorrimento fuori dal finestrino, questa pianura che ci si para davanti è illuminata da una luce molto simile.
La strada che i Red Parsec hanno preso è assolutamente convincente, ora sta a loro giungere a un buon livello di maturità, per non aver paura di scoprire in totale fiducia le proprie carte, giocando le proprie carte, cercando sfumature e correndo qualche rischio.
---
La recensione Opacity di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-11-30 16:54:19
COMMENTI