Le nozze chimiche fra fuzz e atmosfere 80s celebrate da un'attitudine DIY
Music For Blind People è un manifesto sonoro dai toni scuri che rispecchia la frenesia di una società sempre più distopica e assuefatta dalla tecnologia. Omid Kazemijazi, polistrumentista italo iraniano, è la mente dietro questo progetto. Il disco è uno specchio dei pensieri dell'artista dal sound claustrofobico che fa intuire la necessità di mettere in musica una visione disillusa della Londra odierna, luogo dove risiede il musicista.
Therapy è la traccia di apertura: un brano caratterizzato da un fuzz prepotente che spalleggia la violenza del cantato, l'autore vuole scuotere gli animi per capire se ha a che fare con delle persone vere o con un'intelligenza artificiale. L'ispirazione shoegaze ritorna nella seconda traccia Point In The World: una ballata che scorre piacevolmente e che presenta riflessioni personali riguardo alla propria funzione nel mondo. In I See Now si trova, invece, l'animo 80's, grande influenza di Kazemijazi. Da segnalare un meraviglioso piano arpeggiato e una buona progressione di accordi che compare in chiusura.
Un po' troppo macchinosa e dalle intenzioni poco chiare è Believe In Media: la canzone, che ricorda molto i Pet Shop Boys, ha il difetto di essere piuttosto anonima. Con un ottimo pianoforte (il timbro sonoro e l'uso sapiente di questo strumento sono dei punti forti in questo album) suonato in levare l'artista presenta Electron Skeleton: il grande lavoro svolto sui riverberi e sull'equalizzazione della voce la fanno suonare come un'inquietante marcia funebre di fantasmi digitali.
In un album che elogia le sonorità degli anni '80 non poteva mancare un riferimento diretto a quei tempi, il sesto brano si intitola John Deacon ed è stato scelto come singolo di punta. Il basso è il protagonista di questo pezzo, la linea è un chiaro omaggio al musicista dei Queen ed è divertente da suonare. La chitarra (che emerge molto in questa versione live) scandisce la traccia con una lieve distorsione beatlesiana. Peccato per la tastiera/organo che fa una breve comparsa e poi si ritira, sarebbe stato interessante capire il suo sviluppo all'interno delle sonorità.
Kazemijazi riesce a virare ulteriormente verso un territorio 60's con Dissociation e The Ascending, le canzoni più riuscite del disco per melodie e atmosfere, presentando ancora una volta una riflessione sulle difficoltà dei rapporti umani. Il reverse reverb, una delle pietre miliari del suono shoegaze, si palesa nel sognante brano di chiusura If Only I Could Hug You, epilogo rassegnato nel testo ma non nelle sonorità con un reprise ambient che, da un lato fa intravedere una luce in fondo al tunnel, dall'altro presenta un'accettazione del proprio destino.
Music For Blind People ha un sacco di riferimenti usati sapientemente, purtroppo ogni tanto ci si accorge che alcune canzoni, se svestite del loro manto sonoro, rischiano di suonare un po' scialbe o sconclusionate nonostante gli interessanti concept dietro al disco. In ogni caso è pur sempre il primo lavoro di Kazemijazi ed è un buon ascolto per sentire come suona la scena underground di Londra.
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La recensione Music For Blind People di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-12-08 13:29:00
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