Never Again, il nuovo lavoro in studio del progetto milanese DRE, è un album dal doppio volto. Sono almeno due, infatti, le modalità di ricezione di quello che, da un punto di vista formale, si presenta come un onesto album di electronic dance music ma che, sotto alcuni aspetti, propone anche spunti interessanti per quanto riguarda una sorta di evoluzione stilistica – fin dove possibile – legata ad esperienze di ascolto passate ma non per questo fuori da un utilizzo comune finalizzato a risultati emotivamente degni di considerazione.
L'impostazione di partenza, come esplicitamente noto per quanto riguarda l'orientamento compositivo firmato DRE, è sostanzialmente ancorata su solide basi EDM che, però, evitano sempre abilmente di avere a che fare con semplicismi di sorta. Molta IDM e techno cerebrale, infatti, è ben conservata nelle radici strutturali del progetto ed emerge soprattutto nel primo frangente del disco (Tell the truth), per poi proseguire sulla scia di colpi a pancia e gambe concedendo, però, ampiamente campo anche a una ridondanza house assolutamente non fine a se stessa perché abilmente invogliata a seguire la rotta dei trip ansiogeni generati da un buon utilizzo delle oscurità soniche più insondabili (Choice).
Il discorso comincia a mostrare una più vasta gamma di sfumature, però, nel momento in cui cominciano a fare irruzione potenziali influenze analogiche di alcune decadi fa (gli arpeggiatori di Trigger quasi riportano alla mente quelli del Jean-Michel Jarre di Arpegiator dal live album orientale) o, meglio ancora, quando i cenni melodici intraprendono direzioni più elettro-funk con traguardi synth wave (Hypnotic) che conferirebbero al tutto una maggiore grazia ultraterrena se non fosse per alcune scelte timbriche probabilmente discutibili.
Ma ecco che la medaglia viene rovesciata e gli studi ritmici più complessi ma, al contempo, efficaci prendono piede deliberatamente a bordo di una sincope alla Aphex Twin su tappeti melodici decisamente più coinvolgenti ed emotivamente efficaci (Paranoid), mentre tessuti dark e trame quasi chillout con derive new age psichedeliche rendono decisamente più interessante il portfolio di provenienza identitaria (Liar).
In fin dei conti, tocca capire cosa si desidera ricevere da un lavoro di questa caratura. Se si è in cerca del mero trip allucinogeno, forse Never Again non può rappresentare una risposta soddisfacente, vista l'ambivalente gamma emotiva messa in palio, qualità ampiamente capace di fare di una tracklist del genere qualcosa di ben più influente da un punto di vista psicofisico legato all'esperienza dell'ascolto.
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