Il “Sacro disordine” di un duo elettro pop che esplora l’incompiutezza umana con livida malinconia
Diletta è un duo e il suo primo ep, “Sacro disordine”, rappresenta la sintesi di un anno di attività musicale condotta tra sala prove, live, e studio di registrazione; è anche un’istantanea di pop elettronico che richiama alla mente i Subsonica più introspettivi. Potrebbe essere soltanto una valanga di passato – e anche se così fosse sarebbe comunque un piacevole déjà-vu – tuttavia Diletta si riappropria di sonorità che conosciamo, per riferirci ciò che è suo, in modo sincero e diretto, partendo da un disco che stringe la mano ai suoi vecchi amici.
Le canzoni di “Sacro disordine” sono da ascoltare piacevolmente, per poi metterle da parte e ritrovarle fresche come la prima volta. Ci parlano di ansia, dubbio, inquietudine e livida malinconia: stati d’animo prodotti dall’imperfezione e dal disordine di ognuno di noi.
“Capita” illumina tutto l’ep con le sue sonorità spumeggianti, riversando ritmo nelle inquadrature delle nostre emozioni più distorte; “Povera Città” è un’avventura interiore, sullo sfondo di una città grigia dove suoni sintetici e alienazione convivono in perfetta armonia. “Radicale” si fa strada in una galleria di solitudini sparse e “Reflusso” rimane una piccola magia, carica di atmosfera, di stile e dell’odore forte dell’adolescenza e dell’estate. Sul finale “Waimea” sconfina nell’elettronica leggera e più pop, e, a seguire, “Sacro disordine”, che chiude l’opera prima di Diletta, è una canzone pensata per esplorare l’incompiutezza umana, muovendosi leggera verso la parte più nascosta del cuore.
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La recensione Sacro disordine di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-11-16 10:50:56
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