Medico psichiatra, ma anche cantautore, Schiamazzi veste una maschera e uno pseudonimo per separare e lasciar convivere in armonia le sue identità, che nel privato si intracciano portando a plasmare il suo esordio discografico: l'autunno 2021 segna la pubblicazione dell'extended play omonimo, diffuso in totale indipendenza.
Sono cinque le tracce che compongono un lotto d'ascolto il cui nucleo pulsante è fortemente orientato all'autorialtà: Schiamazzi racconta le sue storie imbracciando la chitarra, colorando le atmosfere con fiati leggeri e malinconici, per enfatizzare quei concetti fatti di incertezze, caducità del presente e voglia di distruzione. Il filo conduttore nella tracklist è la capacità di rendere ogni brano un atomo creativo: singolo, indipendente, ma al tempo stesso legato in modo sottile agli altri capitoli che dialogano col fruitore. Le lezioni impartite da Leonard Cohen e Johnny Cash restano vive nel presente, e proprio come mostri sacri di queste espressività così Schiamazzi riesce a trasmettere disillusione verso il presente ma allo stesso tempo speranza perché qualcosa di diverso può arrivare.
Avere a che fare con l'artista genovese ha un che di terapeutico, lecito quindi auspicarsi ulteriori sviluppi che possano ampliare i registri creativi citati in questa piccola ma significativa opera. Un dottore che (caso abbastanza raro) speriamo di risentire presto.
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