Quello che lo scrittore e giornalista Jonathan Giustini ha definito "un reading lungo 15 anni" è tutto qui, all'interno di queste venti tracce. Nello spettacolo dal vivo che Claudio Lolli e il suo fido chitarrista Paolo Capodacqua continuano a portare avanti con la solita coerenza, dispensando dai palchi dei teatri italiani un significativo pezzo di storia di quello che fu il cantautorato di casa nostra.
Un'operazione semplice, bisognosa di pochi accorgimenti: una chitarra acustica, un repertorio che non sente il peso del tempo, una voce. Anzi, due. "La Via Del Mare", registrato nel corso del 2004 tra Montebelluna e Brescia, è anche la certificazione dell'incontro, per la verità avvenuto molto tempo fa, di Lolli con il poeta pesarese Gianni D'Elia. Stessa sensibilità, medesime utopie da raggiungere, con un'unica scorciatoia possibile: la passione civile. Tra i due la vicinanza è innanzitutto intellettuale: inevitabile che il cd si trasformi in una via di mezzo tra concerto vero e proprio e recital, all'interno del quale D'Elia conferma che i peggiori lettori di poesie sono proprio i rispettivi autori. Voce sgraziata la sua ma che non stanca, contraltare a un Lolli come al solito padrone della situazione, ironico ("Quello Lì", rivela il cantautore bolognese, è stata scritta dal ministro Castelli!) e severo al tempo stesso, e a un Capodacqua il cui suono di chitarra è niente di meno che un marchio di fabbrica.
"La Via Del Mare" scorre via che è un piacere, senza stancare. Pur nella sua semplicità, nel suo minimalismo, se vogliamo. Serve a chi ha vissuto gli anni '70 e li ha dimenticati in nome di un mutuo da pagare, a chi sia convinto che Lolli abbia smesso di fare canzoni significative dopo "Gli Zingari", alle nuove generazioni che lo hanno scoperto solo grazie al Parto Delle Nuvole Pesanti. In ogni modo un disco che serve a prescindere.
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La recensione Le Vie Del Mare (w/ Paolo Capodacqua, Gianni D’Elia) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-03-19 00:00:00
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