Musica concreta e racconto trasformano Milano in una città spaventosa
I Carver non sono semplici. Affatto. Si presentano come una setta, fanno musica complicata, e il nuovo L'Altra Faccia della Luna riesce ad essere disturbante fin dalle prime note. Campionamenti, riverberi, ambienti che si susseguono in una musica concreta accompagnata da racconti, mai didascalici ma che accompagnano lo spettatore – perchè quasi di musica da film trattasi – in questi luoghi in cui la band ci fa camminare, ad orecchio teso mentre una voce sussurra una volta in quest'orecchio, quella dopo nell'altro.
Questa volta ci muoviamo a Milano, ritratta da migliaia di artisti e cantautori e band, ma mai in versione così tetra, dark, spaventosa. Perchè non c'è la canzone pop a romanticizzare la città, non c'è nessun Romantico a Milano di Baustelliana memoria, ed effettivamente è strano innamorarsi a Milano, perchè qui quando c'è l'amore, è negato da segreti inconfessabili, fughe incombenti: qualcosa che, lo sappiamo già, sta per succedere.
Nel cinema si dice che quando si vede una pistola, questa sparerà. La pistola è appoggiata da qualche parte tra le note di questo lavoro ambientale sopraffino, e ci lascia in attesa che spari, in perenne stasi, ad ammirare una città che si muove e lavora per le strade e nei capannoni – Brianza, il brano con la maggiore ansia ma anche con il groove più acceso, insieme a Ciao Vito, pt.2
Nonostante la profonda localizzazione nel capoluogo lombardo – Compresa La Martesana, eterea suite di due brani ambientata nel parco milanese – i suoni vengono dagli androni della metro milanese ma anche dai capannoni della radio berlinese o l'Ufo Sound Studio: Milano e Berlino si fondono nella costruzione di questa tetra architettura sonora e narrativa: una volta processate in studio, le registrazioni diventano una storia che toglie il bicchiere dalle mani della Milano da bere, facendocela apparire spaventosa.
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La recensione L'altra Faccia Della Luna di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-12-07 00:07:26
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