Una fotografia, uno stato d'animo scattato e rubato, che l'artista ha voluto fermare in musica così com'è, senza filtro, senza posa e mantenendo i contorni sfocati.
Quello che non vedi è l'ultima fatica discografica di Gianfranco Gaddi, cantautore di lungo corso che unisce la letteratura alla musica e che si è occupato anche di lavori totalmente strumentali.
Si tratta di un ep di cinque tracce, tutte introdotte da intermezzi elettronici con vocalizzi femminili in primo piano. Sound scarno, strumming di chitarra acustica, arpeggi acustici, inserti di sax, pianoforte e sintetizzatori.
La voce è una voce vissuta, da cantastorie, ma comunque molto pulita e con un range vocale molto circoscritto e una nasalità caratteristica. Al livello tecnico c'è poco da segnalare ma il genere proposto non richiede salti mortali, quanto un "messaggero" credibile per i testi proposti. Interessanti i vocalizzi di Elisabetta Giglioli che accompagnano la voce di Gianfranco in tutte le canzoni, arricchendo molto le frequenze vocali e la cifra evocativa dei testi.
Al livello arrangiativo, poco viene concesso alla creatività perché, introduzioni a parte, l'organico già molto ristretto viene utilizzato in maniera molto semplice e funzionale, senza una ricerca di incastri particolari o di riff ricorrenti.
Analisi a parte meritano i testi, colmi di immagini e suggestioni, ritmicamente quasi sempre ben incastrati alle figure ritmiche della musica, anche nelle parti declamate, come in Il mio gesto migliore.
Unica pecca riscontrabile è, in alcuni frangenti (ma in tutte le canzoni) la poca precisione ritmica, soprattutto della chitarra in strumming, che rende l'andamento un po' zoppicante e spiazza l'orecchio che invece cerca di abbandonarsi all'ascolto.
Quello che non vedi è un buon lavoro, un ep con sonorità crude, con poche acrobazie armoniche e con un cantato molto schematico, quasi timoroso. Non offre effetti speciali, ma un'abbondante ventina di minuti di buona musica. Si sente la mancanza di una forza propulsiva, anche semplicemente qualche percussione che possa tenere insieme l'arrangiamento e l'attenzione dell'ascoltatore, ma in definitiva, stiamo parlando di un lavoro onesto e di una bella fotografia di uno stato d'animo, di un momento di vita che l'artista ha voluto fissare in musica.
---
La recensione Quello che non vedi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-11-16 18:42:20
COMMENTI