Fa piacere sapere che gli Extrema sono ancora in pista. Mi ricordo ancora il loro esordio “Tension at the Seams” che sembrava suonare la carica per tutti i gruppi metal italiani incitandoli ad aprirsi una strada nella scena internazionale. Allora il gruppo cercava di fare tesoro di quanto si sentisse in giro all’epoca ma in questo disco sembra essersi affievolito lo spirito di ricerca degli esordi. La tecnica che permette loro di fare quello che vogliono con i rispettivi strumenti è rimasta mostruosamente costante, ma anche lo stile ha subito poche variazioni e se quindici anni fa si rimaneva impressionati dai suoni e dalle influenze varie, adesso si rimane un po’ delusi dal trovarsi di fronte a un (thrash) metal canonico che mostra poche idee significative.
L’approccio nostalgico può anche funzionare e infatti funziona alla grande nel corso delle prime quattro tracce, soprattutto in “Second Coming” (il brano più tirato) e in “Nature” (il brano più orecchiabile, con addirittura una citazione dei RHCP all’inizio). Poi ci si adagia in un certo crossover di routine per tutta la parte centrale del disco e si conclude malamente con un paio di cadute di tono, ovvero una cover di “Ace of Spades” quanto mai ridicola e una bonus track di rumore che al giorno d’oggi non fa paura neanche ad un bambino di tre anni, per non parlare di “Free Again”, una ballad quasi country che ti vien da pensare di aver sbagliato cd e che invece degli Extrema stai ascoltando gli Extreme. Ciliegina sulla torta alcuni titoli sono così ingenui che sembrano dare ragione a chi considera gli appassionati di metal alla stregua di decererbrati.
Insomma un cd di luci e ombre che farà sicuramente piacere ai fan del gruppo e ai nostalgici in genere, ma che lascerà indifferenti i metallari più all’avanguardia.
---
La recensione Set the World on Fire di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-03-20 00:00:00
COMMENTI