Disco dopo disco, The Black Veils mostrano maturità crescente ed un respiro personale nelle produzioni che rispettano i crismi del genere. Elementi che elevano Carnage a long play convincente.
Terza prova in studio per i bolognesi The Black Veils, che insieme alla Icy Cold Records animano il cuore dell'autunno dando alle stampe “Carnage”, album con distribuzione Audioglobe per le piattaforme digitali e le copie fisiche.
Nove tracce dove le cupe tinte sonore post-punk si abbinano a tematiche di denuncia e riflessione critica attorno alla società: il long play, scritto e registrato prima della pandemia, è concepito attorno ai ruoli della vittima e del carnefice, in una prospettiva allargata che dalla singola persona finisce per coinvolgere la collettività. Nel mentre della prova d'ascolto c'è spazio per i ben noti elementi trasversali alle arti che animano il songwriting dei Black Veils, impreziositi da esistenzialismo e black humor: la band decide di impegnarsi in recording session che restituiscono, pienamente, l'atmosfera di un live show senza freni, performativo nelle sensazioni che concretizza e nel sound granitico che vive di riverberi e malinconia industrial.
Una proposta di genere, certamente ortodossa ma che è a suo modo foriera di un valore aggiunto: “Carnage” non è semplicemente un disco che si accomoda sui versanti più rodati di uno stile espressivo, ma edifica la propria (e originale) essenza inedita con respiro emancipato, risultando immediatamente riconoscibile e piacevole negli snodi della tracklist. Una bella prova che mostra come, release dopo release, la messa a fuoco è definita con progressiva efficacia.
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La recensione Carnage di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-11-22 00:00:03
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