Quattro tracce di emo acustico che faranno felici i palati più dolenti.
Dopo l’esordio avvenuto con l’album Maiden Voyage – l’equivalente discografico di un tir in fiamme caricato con qualche tonnellata di dischi dei Thursday e lanciato a tutta velocità lungo l’autostrada –, gli Amalia Bloom decidono di tirare un po’ il fiato con questo Alive, a ballet, ep acustico di quattro tracce – tre reinterpretazioni di loro vecchi pezzi e una cover, Lightness dei Death Cab for Cutie.
Se il carico di sentimenti ed emotività rimane pressoché inalterato, ciò che cambia è sicuramente il modo in cui esso viene raccontato all’ascoltatore: la furia della batteria hardcore e le tirate di chitarra screamo lasciano il posto ad un approccio estremamente più intimista e scarno, nel quale a farla da padrone è l’intrecciarsi malinconico di chitarra e voce; il punto di riferimento non è più l’esplosione emozionale di artisti come Saetia e Orchid, ma piuttosto la malinconia, più contenuta ma altrettanto intensa degli Empire! Empire! (I Was a Lonely Estate).
Il risultato finale è un interessante cambio di prospettiva sulle sonorità di una promettente band emo italiana, una sorta di what if discografico che da un lato ci mostra cosa potrebbe riservarci il futuro degli Amalia Bloom se i cinque vicentini decidessero di esplorare altri territori della loro interiorità, e dall’altro lascia trasparire una voglia di sperimentare e mettersi in gioco che non può che fare ben sperare, specialmente in vista dell’uscita di un secondo album.
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La recensione Alive, a ballet di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-12-16 19:33:58
COMMENTI (1)
Grazie mille delle parole!