Split Wish I could call you mine 2021 - Lo-Fi, Pop, Indie

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Quattro canzoni di matrice lo-fi il cui filo conduttore è l'ukulele: un piccolo disco che narra di come ci si innamora d'estate e si fanno i conti con la triste realtà in autunno.

Rewind e Addict., tra gli astri nascenti del lo-fi nostrano, uniscono le forze pubblicando un extended play per Stage One e The Orchard: il risultato del loro sforzo creativo si intitola “Wish I could call you mine”.

Quattro brani la cui matrice espressiva riconduce all'ukulele, strumento scelto per gli immediati richiami estivi ma non solo: c'è quella malinconia di fondo che, al tempo stesso, restituisce all'ascoltatore delle suggestioni mentali coerenti con la narrazione perorata in queste canzoni. È musica che parla dell'innamoramento, del sognare ad occhi aperti col rischio (puntuale) di scottarsi per poi beccarsi sul muso il conto che presenta la realtà; un concept album i cui snodi di tracklist sono minimi, ma non per questo superficiali: ci vuole un certo piglio ed idee molto chiare per raccontare una storia nel giro di una manciata di canzoni che vivono nel perimetro pop con una cosmesi “da cameretta”.

In realtà si tratta di scelte precise e soluzioni espressive che vedono Rewind e Addict. totalmente a proprio agio: “Wish I could call you mine” è un rimpianto, è vivere l'autunno con il cuore appesantito dagli snodi della vita che portano le persone ad allontanarsi, è un disco piccolo ma prezioso che, ci auspichiamo, apra la strada a produzioni più corpose.

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La recensione Wish I could call you mine di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-11-23 12:28:03

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