Enten Hitti
VIA LATTEA 2022 - Etnico, Minimal, Ambient

VIA LATTEA

La ricerca tra elettronica e musica etnica degli Enten Hitti si dirige verso una dimensione di ambient sinfonica e meditativa

Enten Hitti è il nome arcano dietro cui si nascondono Pierangelo Pandiscia e Gino Ape, un duo che già da molto tempo prima dell’ultima ondata di global bass e di fascinazione per il neo folk e l’esoterismo mondiale, si è mosso sulla scia di sentieri come quelli di Dead Can Dance per iniziare, già negli anni ‘90, un percorso di ricerca di connessioni intime o formali, morfologiche per dirla con James Frazer, tra il folk globale, la musica contemporanea e l’elettronica. Un percorso che ha condotto sia ad una serie di diverse incarnazioni in studio che a interessanti sperimentazioni sulla struttura e l’identità dell’esibizione dal vivo, e che in questo nuovo ‘Via Lattea’ vede la formazione fare un passo di lato rispetto alla ricerca elettronica, assestandosi su una dimensione sonora più organica. Le dodici tracce parlano in effetti la lingua della musica classica contemporanea, composizioni minimali, almeno nei loro lineamenti di base, in cui pianoforte e quartetto d’archi tessono le fila di un flusso di coscienza melodico in cui si aprono via via spazi per percussioni e strumenti tradizionali (gamelan indonesiano, zither nordeuropeo), voci eteree, cori. Non mancano momenti in cui la rarefazione del suono spinge tutto verso territori di ambient concreto che ricordano la provenienza della scrittura del duo, ma la maggior parte del disco segue invece le linee armoniose di un ambient sinfonico essenziale, una dimensione quasi meditativa che punta al cielo stellato partendo dalla dimensione ancestrale e terrena della trasmissione matrilineare e della centralità del principio femminile che, probabilmente, ha cullato sul nascere una società umana oggi invece nettamente spostata sull’asse patriarcale. Una tematizzazione messa a fuoco attraverso un impianto melodico quasi sempre dolce e appagante, affidato a diverse voci, soprattutto femminili (Afra Crudo, Mari Celeste Criniti, Jenny Sorrenti), ma non solo (il battiatiano Juri Camisasca) Una messa in pratica forse non troppo originale dal punto di vista concettuale, ma sicuramente ben eseguita: ‘Via Lattea’ raggiunge momenti di purezza melodica cristallina (Petra), passaggi evocativi che riconnettono con la dimensione senza tempo del racconto (Via Lattea). Pur giocando su archetipi semplici, ‘Via Lattea’ rimane comunque un lavoro che si rivolge ad ascoltatori con un gusto specifico, preferibilmente nel momento in cui sono in cerca di e spazi e profondità dilatate come quelle disegnate in queste dodici tracce.

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