Disco sapiente che deve il suo carisma all'attento lavoro dei musicisti coinvolti. Un buon esordio che arriva quattro anni dopo le recording session.
Dopo l’esperienza con i Sarah Schuster, Daniela ed Eleonora Dal Zotto uniscono le forze stringendo la messa a fuoco attorno un nuovo progetto, denominato LANDART. Il primo prodotto della loro creatività è un long play che ha visto la luce lo scorso ottobre, intitolato “Loud Desire” per Dischi Soviet Studio.
Anticipato dai singoli “The Storm Inside” e “Museum Of Dreams”, questo lotto di nove canzoni arriva da lontano, ed ha trovato modo di approcciare i timpani dei fruitori a ben quattro anni di distanza dalle recording session. Ed il 2017, francamente, era proprio tutto un altro mondo, a vedere come si sono sviluppati gli ultimi due anni; ma è bello notare come certe cose proprio non cambiano: introdursi tra le stanze sonore della band veneta è come passeggiare sospesi tra i decenni, perché l'approccio rigorosamente analogico alla forma-canzone ed il songwriting in inglese restituiscono un registro espressivo dai sentori caldi, che accoglie l'ascoltatore nei passaggi disegnati dagli snodi della tracklist.
È un album ponderato, la cui realizzazione ha coinvolto musicisti che sanno bene cosa dire e quali forme adottare per dirlo: “Loud Desire” riesce a fare rumore a suo modo, con eleganza e forza eteresa, mostrando come sia possibile, per la musica, uscire integra e indenne dalle minacce del tempo che passa.
Considerando che si è già al lavoro su nuovo materiale, ho ragione di ipotizzare tempi d'attesa breve prima di un (dovutissimo) ritorno tra queste pagine dei Landart.
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La recensione LOUD DESIRE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-12-05 00:13:34
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