Tracce del precedente millennio che trovano nuova linfa in un discorso creativo autonomo e originale. Bene così per Kealoha.
Canzoni scritte tra il 1996 ed il 2005 trovano nuova linfa vitale per confluire, in arrangiamenti rinnovati, nel long play “Viaggi senza meta”, firmato da Tiziano Giagnoni, che ha anche curato la produzione in studio di registrazione insieme a Anny Bremner.
L'artista di Grosseto, che si firma anche Kealoha, propone un lotto di dieci tracce dalla forte componente autorale: il canto pop incontra soft rock e strumentazioni in continuo bilico fra analogico e digitale. Ne consegue un'esperienza d'ascolto introspettiva e profonda, dai ritmi cadenzati la cui scansione è affidata al susseguirsi di pensieri (e parole) di Giagnoni, pronto ad offrire al fruitore spunti concettuali attorno l'essere umano e la visione della vita che si barcamena fra quotidiano, trascendenza ed immanenza.
Più che un album, “Viaggi senza meta” è uno scrigno che rispetta le tematiche introdotte dal titolo, proponendosi come un percorso che offre tanto a chi lo approccia, ma soprattutto si propone originale, inedito, e scevro da dinamiche finalizzate ad ammiccare gli stilemi espressivi del momento. La grammatica artistica di Kealoha è indipendente e autonoma, tanto nelle forme che assume quanto nella sostanza custodita; e va bene così, in attesa di ulteriori sviluppi che ci auspichiamo arrivino prima del trascorrere di un decennio.
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La recensione Viaggi senza meta di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-12-06 00:36:46
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